Yulin, la mattanza dei cani che diventano bistecche

Cina – I filmati diffusi ieri dalle “Iene” non erano mai state trasmessi da tv occidentali. Solo per il festival uccidono 10 mila animali

È lo sguardo dei cani a rimanere impresso nella mente. Quei cani che aspettano solo il loro turno. Alcuni di loro hanno il pelo macchiato di rosso, del sangue degli esemplari macellati prima di loro. Siamo a Yulin, nel sud della Cina, una città di sei milioni di abitanti. Yulin è diventata un simbolo in tutto il mondo. Qui ogni anno si tiene lo “Yulin Dog Meat Festival”, il festival della carne di cane. Non ci sono fuochi d’artificio o balli, ma semplicemente, ogni anno, a partire dal solstizio d’estate, dal 21 giugno, per dieci giorni all’anno è possibile acquistare nei mercati di Yulin molta più carne di cane del solito (è risaputo come in Cina, e nei Paesi limitrofi, sia uso nutrirsi della carne di quello che per noi non è altro che un animale domestico). Si parla – per la World Animal Protection – di 10.000 cani macellati solo durante il festival (25 milioni in tutta la Cina ogni anno).

La carne di cane è ricercata perché è considerata ricca di proprietà nutritive e afrodisiache, e durante queste giornate, a Yulin, i venditori possono arrivare ad alzare il prezzo fino a 14 yuan per 500 grammi, circa 4 euro al chilo (il costo medio della carne di maiale è la metà). “Costa più il cane della pecora”, ci dice un commerciante di cani che incontriamo per la strada. È seduto sul suo motorino, e al posto del portapacchi ha una gabbia. Piena. “L’ho allevato come cane domestico”, ci dice. “Ma possiamo mangiarlo?”, chiediamo io e la mia collega delle Iene Francesca Di Stefano. “Io lo vendo, voi ci fate quello che volete. Con questi io ci mantengo la famiglia!”. Intorno a lui ci sono altri cinque commercianti. Tutti sul motorino, chi con uno, due o persino tre cani nella stessa gabbietta in attesa di un acquirente: vengono dalle zone povere delle campagne.

Il vero business avviene però nel mercato coperto, più grande. Appena ci avviciniamo all’ingresso, veniamo subito intercettate dai “buttafuori”, che hanno il compito di non fare entrare gli stranieri. Sanno bene che qualunque immagine venga registrata all’interno del mercato sarà usata per alimentare le manifestazioni, con le richieste di chiusura conseguenti che ogni anno ci sono per l’inizio del festival: ecco perché le immagini che abbiamo trasmesso nella puntata di ieri delle Iene sono esclusive.

Ogni anno personaggi di tutto il mondo come Matt Damon e Tiziano Ferrospendono la propria visibilità per chiedere di fermare Yulin con l’hashtag #StopYulin. È la rivendicazione che accompagna i presìdi davanti alle ambasciate cinesi dei Paesi occidentali che tanto infastidiscono il governo di Pechino. Grazie a un complice entrato per noi, riusciamo a registrare quello che non siamo riuscite a vedere direttamente: centinaia di carcasse di cane appoggiate sui banconi, tutte intere, coda e zampe comprese, una sopra l’altra. Gli acquirenti scelgono il cane macellato e se lo portano via, in dei sacchi o direttamente sul motorino. La macellazione è stata spostata lontano da occhi indiscreti, in un villaggio vicino. “Mai provato la carne di cane?”, ci chiedono qui, offrendoci dei bocconcini già cotti. Con una scusa, abbiamo gentilmente rifiutato. In Cina tutto è commestibile: dallo scorpione alla tartaruga, ed effettivamente non è così semplice spiegare loro che gli occidentali risparmiano degli animali per il rapporto privilegiato che hanno con l’uomo. Un cane è così diverso da un maiale? No, non lo è. Soffrono e gioiscono allo stesso modo. Ma voi pensate all’animale che siamo abituati a vedere sul divano di casa, che si appresta a essere ucciso, proprio sotto i nostri occhi.

Il ragazzo di fronte a noi apre una gabbia, e sceglie un cane nero. In mano ha un bastone con un uncino di ferro. Con quello prende su per il collo il cane, che non oppone resistenza, e con il bastone nell’altra mano lo stordisce. Il cane guaisce. Così il ragazzo gli dà una nuova bastonata, e poi un’altra ancora, e lo butta a terra. Tira su il cane per la pelliccia, e con il coltello lo sgozza. Prima di appenderlo a testa in giù, pronto per essere scuoiato, con lo stesso coltello gli taglia il collare. Significa che quel cane aveva una famiglia, e come tanti, nei giorni prima del festival, è stato rubato.

Mangiare il cane o il gatto è una questione culturale. Sono la tradizione e gli usi a decidere quale animale è da compagnia, e quale invece deve finire a tavola. “È da quando esiste l’uomo che l’uomo si mangia il cane”, ci ha detto un venditore. Ma a nessun animale andrebbe riservato un trattamento che è a tutti gli effetti una tortura. Per questo è importante abbattere le mura del mercato di Yulin, e fare uscire fuori quello che succede lì ogni anno. Per fermare la mattanza.

 

di Giulia Innocenzi e Francesca Di Stefano | 4 ottobre 2018

 

(Fonte IL FATTO QUOTIDIANO)

 

 

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