Una lezione. Quando gli animali sono più buoni di noi

Chi nasce in campagna, fa amicizia con gli animali, di casa, di stalla e di cortile. Quindi fa tante amicizie. E impara tante cose. Perché anche gli animali sanno e ci insegnano. C’è un famoso incipit che dice: «Ho visto cose che voi umani…», ebbene, io le ho viste, le ricordo, e mi fanno compagnia. Gli animali tra i quali viviamo sanno cos’è bene e cos’è male, e come bisogna aiutarsi, anche fra razze diverse. Gira in questi giorni in internet il video di un cucciolo di cervo caduto in un lago, che annaspa a trenta metri dalla riva, non sa nuotare, anzi non sa nemmeno stare a galla, fra pochi minuti annegherà.

Ma c’è un cane sulla riva, lo vede, capisce tutto e salta in acqua: raggiunge il cerbiatto, gli si mette alle spalle, e col muso lo spinge verso la riva, nuotando con tutta la forza che ha. Sì, certo, sono scene che succedono anche fra gli umani: uno cade in acqua e un altro si tuffa per salvarlo. Succede anche di meglio fra gli umani: uno si tuffa in acqua spontaneamente, perché vuol morire, e un altro gli si tuffa subito dietro, perché vuole impedire quella sua volontà. Il salvatore giudica che la propria volontà sa quel che vuole, mentre la volontà del suicida non lo sa. Il bene del suicida è vivere, lui questo deve volere, se vuole il contrario di questo è perché la sua volontà è distorta, in quel momento non è la sua volontà, la sua volontà sei tu.

Quando ha spinto il cerbiatto sulla riva, il cane salvatore se ne va. La cerva madre ha seguito tutta la scena col cuore in tumulto, va sul figlioletto e lo mordicchia qua e là. Non segue il cane, non lo ringrazia. Le estreme bontà non hanno ringraziamenti. Ho visto il video una decina di volte, se non lo tolgono presto lo rivedrò ancora. Dovrebbe esistere un codice dei diritti animali, il cane salvatore merita un premio. Ho visto una cagna allattare cagnetti e gattini. Si stendeva sulla sua cuccia e aspettava che venissero a succhiare i figlioletti, suoi e non suoi.

Questa è pace inter-razziale. In campagna avevamo una coppia di colombi, che viveva nella sua cassetta. Woody Allen dice con sarcasmo che «i colombi sono monogami come i cattolici», beh, la colomba diventò cieca, usciva dalla gabbia ma si bloccava lì, non faceva un passo. Il colombo svolazzava intorno finché vedeva un verme, scendeva a prenderlo col becco e lo portava alla moglie: ma quali cattolici!, questi sono super-cattolici, si assistono davvero nella buona e nella cattiva sorte, nella salute e nella malattia. I vitellini nascevano nella stalla, tutti i parenti accorrevano di notte per dare assistenza al parto, il vitellino appena nato stava dritto sulle quattro zampe traballanti e la madre lo leccava con la lingua raschiosa strappandogli il pelo umidiccio: allora la contadina accorreva col grembiule pieno di sale e spargeva il sale sulla pelle del neonato, la madre sentiva il sapore amaro del sale e non lo leccava più, ma mugolava lamentosamente: ‘Perché me lo hai tutto salato?’. Gli animali sono ‘naturali’, non sempre sappiamo capirli.

Quell’orsa trentina aveva lasciato soli i suoi due orsetti per cercare del cibo, passa un cacciatore che vede gli animali e si ferma a guardarli, la madre torna in quel momento e gli dà una graffiata sulla schiena, gli anziani del villaggio sentenziano che l’orsa è problematica e deve morire. Che stupidità! Una madre che difende i suoi piccoli è problematica? E la madre che li uccide cos’è, normale? Questo è il codice degli umani. Incomprensivi e crudeli. Sappiamo soltanto uccidere. Metto le scarpe accanto al letto quando vado a dormire, così al risveglio le ho lì comode. Una mattina mi sveglio e c’infilo i piedi. Non c’è spazio, le scarpe sono piene. Ma piene di che cosa? Allungo una mano e tasto.

Sento pelo e lana. Dal buio la gatta fa un salto e mi piomba sulla mano. Le scarpe erano piene di gattini, la gatta aveva partorito di notte e li aveva nascosti dentro le mie scarpe, per paura che qualcuno glieli rubasse. Mi onora che avesse fiducia in me, e comprendesse che io non li avrei rubati ma li avrei protetti. Infatti, sono ancora vivi, e stanno bene. Meglio di me. Partorendo, la madre felina si preoccupava che i suoi figli stessero bene, e fossero amati. Purtroppo, tra noi umani non va sempre così.

Ferdinando Camon
22 Giugno 2021
(Fonte AVVENIRE)