Topolino festeggia Malachia: un numero speciale del fumetto per la Giornata nazionale del gatto

In occasione della Giornata nazionale del Gatto e dei sessant’anni dalla prima apparizione nelle tavole di Dick Kinney e Al Hubbard di Malachia, un volume della collezione speciale di cartonati «TopoLibro» dedicato ai mici

Se Topolino ha un cane domestico come Pluto (a differenza del migliore amico Pippo, un cane antropomorfo), Paperino dal 1964 ha un gatto-gatto di nome Malachia (con l’accento sulla «i»!) che gli tiene compagnia. Creato dallo sceneggiatore Dick Kinney e dal disegnatore Al Hubbard con il nome originale di Tabby, il felino ha fatto il suo esordio nel numero 453 di Topolino nella storia «Paperino e il fanatico igienista». Protagonista di diverse storie (anche in Brasile, dove appare per la prima volta insieme a Paperoga, il cugino di Paperino, ndr) fino agli inizi degli anni ‘90, Malachia è pian piano scomparso dalle scene, soprattutto in Italia, fino al 2020 quando è diventato il protagonista assoluto della miniserie «Miao» disegnata dalla matita geniale di Enrico Faccini. Per festeggiare i suoi 60 anni, e in vista della Giornata nazionale del gatto (17 febbraio), Panini Comics regala agli appassionati del fumetto — e agli amanti dei felini — un volume dei «Topolibri» da collezione a lui dedicato, in uscita il 14 febbraio 2024.

In «I Gatti raccontati da Topolino» Malachia è protagonista di 15 storie divertenti, buffe e surreali. Tutto ha inizio quando l’animale è costretto a trasferirsi a casa di Paperino dopo che Paperoga ha fatto saltare per aria casa con i suoi esperimenti. Una bella notizia per lui che aspira a una vita fatta di riposo, pisolini sul cuscino o dentro una scatola di cartone (sì, in queste pagine riuscirà a schiacciare anche «il numero uno dei pisolini», e a sognare, ritrovandosi prima nell’antico Egitto e poi protagonista di un mistero) — spesso funestati da guai di provenienza papera o da rumorose sveglie —, caccia ai pesci e ricerca di cibo e superfici adatte per rifarsi le unghie. Se dovessimo, insomma, scrivere la sua «carta d’identità», potremmo riassumerla così: Malachia, gatto di media grandezza, pelo corto, colore variabile a seconda delle scelte dei coloristi, dormiglione e affamato. Come vediamo nella prima storia, il micio apprezza i «buonissimi» croccantini offerti da Paperino (che — invece — li ritiene «costosissimi»): tanto che sarà proprio il papero a decidere di scattargli alcune fotografie per partecipare a un concorso, ingolosito dal premio in croccantini destinato ai felini più famosi del web. Quelli che potremmo chiamare oggi «gatti influencer». Questa è solo la prima di tante avventure piene di imprevisti che vedranno protagonista Malachia: dai litigi con Cip e Ciop, i due scoiattoli che gli rubano il cibo dalla ciotola all’incontro con una dispettosa aspirapolvere, dalla conoscenza di Sissy, la cagnolina (disturbatrice) nuova vicina di casa — alla scoperta di una gatta ipnotista, Abracadabra. Un racconto in prima persona — o meglio, «in prima zampa» — in cui Malachia regala al lettore il suo punto di vista sulla vita, ma anche tante pillole di saggezza felina sul suo essere un animale curioso, a cui manca solo la parola. Con un invito a metterci nei loro panni. «Il gatto è un animale incredibile. Tutti gli animali lo sono, ma credo che lui abbia qualcosa di “magico”, una marcia in più… Sono attori e acrobati nati, con una naturalezza e imprevedibilità stupefacenti… e dietro lo sguardo sornione paiono capire – e vedere – molto più di quello che crediamo», spiega Faccini alla fine del volume.

Un amore per i gatti condiviso anche da Licia Colò, che firma la prefazione al volume, ricordando i tantissimi gatti che le hanno tenuto compagnia nella vita, da Trovatello a Duchessa, da Pupillo a Rossino: «Sono così in sintonia con questa specie che mi sento quasi una di loro. Nutro immenso affetto e rispetto per ogni animale, ma i felini per me sono i più speciali. Sono dei maestri di vita, nella loro indole nel loro comportamento: con il loro comportamento ci insegnano quello che non dovrebbe mai mancare nelle relazioni con gli altri e con il mondo in generale. Nella nostra società in cui abbiamo di tutto e in abbondanza, la cronaca ci segnala quotidianamente che manca proprio il rispetto: verso i figli, i genitori, il prossimo nel senso più ampio del termine, gli animali, l’ambiente. C’è un detto che mi piace molto che recita: “Non c’è contraddizione, anzi è la verità: perché un amico vero ti deve “graffiare” a volte, deve dirti la verità, aprirti gli occhi. E anche l’amicizia, non è una cosa che un gatto ti concede subito, e soprattutto non sempre: prima scruta bene chi ha davanti, capisce quanto è sincero, e poi sceglie con saggezza chi far entrare nella sua cerchia di privilegiati».

di Silvia Morosi
15 Febbraio 2024
(Fonte IL CORRIERE DELLA SERA| Animalia)