Sì agli “ambulatori veterinari sociali”: la proposta di Silvia Zamboni

Offrire una serie di servizi sanitari per gli animali d’affezione, facilitando l’accesso alle cure per chi altrimenti non potrebbe permettersele: “L’aumento della povertà, è accompagnato da un aumento degli abbandoni”
La proposta della consigliera e candidata di Avs alle elezioni regionali, Silvia Zamboni di istituire gli “ambulatori veterinari sociali” in Emilia-Romagna, come risposta all’impossibilità di molte persone, soprattutto quelle socialmente ed economicamente vulnerabili, di affrontare le spese veterinarie per i propri animali di compagnia. Un progetto che si ispira al modello già adottato in Piemonte e si propone di garantire assistenza veterinaria gratuita a chi è seguito dai servizi sociali o vive in condizioni di disagio economico, prevenendo abbandoni e migliorando la qualità della vita sia degli animali che delle persone. La proposta, che rientra nel suo programma elettorale, è contenuta in un Progetto di legge che ripresenterà se verrà rieletta.

“Occuparsi degli animali d’affezione non va considerato un elemento residuale dell’impegno per garantire ai cittadini emiliano-romagnoli buoni servizi pubblici”, sottolinea Silvia Zamboni. “Nelle case degli italiani la presenza di animali d’affezione è infatti molto diffusa. Secondo i dati del recente report Zoomark-Nomisma sulle Abitudini di consumo dei proprietari di animali in Italia”. 

“Gli abbandoni aumentano di pari passo con la povertà”

Gli ambulatori sociali, come descritti nel progetto, offriranno gratuitamente una serie di servizi sanitari per gli animali d’affezione, tra cui visite cliniche, vaccinazioni, sverminature, trattamenti antiparassitari, e microchippatura, facilitando l’accesso alle cure per chi altrimenti non potrebbe permettersele. In particolare, l’iniziativa si rivolge a una vasta fetta di popolazione, includendo non solo le persone economicamente svantaggiate ma anche coloro che vivono in situazioni di isolamento, come gli anziani soli, che trovano negli animali una forma di compagnia e supporto emotivo. Sarebbero 65 milioni gli animali di affezioni in Italia e si trovano in 4 famiglie su 10, secondo i dati presentati da Zamboni: “La spesa annua totale per mantenere gli animali d’affezione è stimata nell’ordine dei 6,8 miliardi di euro. Le visite veterinarie, che ammontano a 1,3 miliardi di euro, costituiscono una delle principali voci di spesa pari al 20% del totale, a dimostrazione di quanto le cure veterinarie siano ritenute importanti dai proprietari di animali di affezione e quanto incidano sui bilanci delle famiglie”, sottolinea “Se si incrociano questi dati con quelli che misurano il ‘Rischio di povertà ed esclusione sociale’ scopriamo che l’aumento della povertà, in particolare a partire dal 2020, è accompagnato da un aumento degli abbandoni di animali per l’impossibilità di affrontare le spese di cura. Lo conferma il tredicesimo report annuale ‘Animali in Città’ di Legambiente che evidenzia un trend negativo a livello nazionale: con 85 mila cani abbandonati nel 2023, l’’aumento degli abbandoni rispetto al 2022 è dell’8,6%”. 

Oltre alla proposta degli ambulatori sociali, Zamboni ha anche in programma l’introduzione del Garante regionale dei diritti degli animali, un altro strumento che, se approvato, si occuperebbe di garantire la protezione degli animali sul territorio, monitorando la loro condizione e promuovendo politiche di sensibilizzazione e prevenzione.

di Noemi di Leonardo

12 Novembre 2024
(Fonte © BolognaToday)