LO STUDIO GEOLOGICO
Grandi eruzioni in Alaska e Canada iniettarono nell’atmosfera enormi quantità di gas serra che portarono a piogge torrenziali. Le conseguenze si vedono ancora oggi sulle pareti delle Dolomiti
Le grandi eruzioni
Le cause dell’estinzione sono state per la prima volta dimostrate in collegamento con grandi eruzioni vulcaniche di cui abbiamo oggi testimonianze in Canada occidentale e in Alaska. «Nel Carnico, piano del Triassico che si estende tra 237 e 227 milioni di anni fa, vi furono enormi eruzioni vulcaniche che produssero circa 1 milione di chilometri cubi di magma», spiega Andrea Marzoli dell’Università di Padova. Le eruzioni iniettarono in atmosfera grandi quantità di gas serra che portarono a un riscaldamento globale. Il riscaldamento innescò un forte aumento delle precipitazioni che durò circa un milione di anni. Questo improvviso cambiamento climatico causò una grave perdita di biodiversità negli oceani e sulle terre emerse.
Nuovi animali e piante
Ma subito dopo l’estinzione fecero la loro comparsa o si diversificarono rapidamente nuovi gruppi, come per esempio i dinosauri, contribuendo all’origine di nuovi ecosistemi. «Molti gruppi di piante e animali si diversificarono in questo momento, tra cui alcune delle prime tartarughe, coccodrilli, lucertole, i primi mammiferi e le prime moderne foreste di conifere», dice Jacopo Dal Corso della China University of Geosciences. «L’Episodio Pluviale Carnico ebbe un profondo impatto anche sulla vita marina e nella chimica degli oceani, documentato, per esempio, nelle Dolomiti dove è visibile in modo chiaro nella morfologia del paesaggio, con le spettacolari pareti di dolomia che formano i famosi massicci montuosi interrotte da rocce poco resistenti che si sono deposte proprio durante questo evento», afferma Piero Gianolla dell’Università di Ferrara.