La fine del lockdown ha segnato un’impennata negli investimenti degli animali selvatici. Poche regole e maggiore attenzione alla guida possono salvare centinaia di vite. ecco cosa ci dice Massimo Vacchetta del Centro di recupero ricci La Ninna
Ventotto ricci feriti in 4 giorni. L’allarme arriva Massimo Vacchetta, veterinario fondatore del Centro di recupero Ricci La Ninna (in provincia di Cuneo), che da anni si occupa di salvare, accudire e poi rimettere in libertà questi splendidi animali. Il problema è che se per noi la fine delle zone rosse e la ripresa della mobilità ha significato poter tornare alla quasi «normalità», per gli animali selvatici il traffico sulle strade è tornato ad essere il peggiore dei loro incubi. «Gli animali si sono abituati alla nostra assenza ma adesso che sulle strade è tornato il traffico per loro è un disastro. Per cui chi prende l’auto deve stare ancora più attento di prima».
Secondo una ricerca realizzata in Gran Bretagna, ogni anno, sulle strade europee vengono uccisi 194 milioni di uccelli e 29 milioni di mammiferi: una strage silenziosa di animali che vengono investiti e muoiono spesso a causa della poca attenzione di chi è al volante. Le morti in strada sono una delle principali cause di morte dei selvatici. Anche per i ricci che, nel giro di pochi decenni, sono diventati sempre più una specie a rischio. «Le strade sono pericolose per gli animali e spetta a chi guida fare la massima attenzione – ci spiega ancora Vacchetta – Nel nostro centro soccorriamo tantissimi ricci investiti. Questi animali sono molto lenti e quando sentono un rumore non fuggono ma al contrario si appallottolano. Inoltre, essendo piccoli, molto spesso sono difficili da vedere».