Il racconto della responsabile Lipu di Castel di Guido intervenuta nel soccorso: “Ci avevano detto fosse morta”
L’esemplare, rinvenuto nel quadrante ovest della Capitale, si trova ora nel parco faunistico Pian dell’Abatino, in provincia di Rieti. Lì è stata trasferita, per consentirne il recupero. Ma le prime cure le ha ricevute in una clinica specializzata romana. E’ lì infatti che è stata trasportata, non senza difficoltà, dai volontari della Lipu. “Non è stato semplice trovare il posto dove portare questo esemplare, perché non esiste un vero e proprio protocollo sul recupero della fauna selvatica in difficoltà” ha premesso Alessia De Lorenzis, la responsabile dei volontari della Lipu di Castel Di Guido.
La segnalazione ricevuta
“Noi siamo stati allertati da un pastore che ci aveva segnalato la presenza di un lupo morto. Arrivati sul posto, invece, i nostri volontari hanno visto che apriva gli occhi e che, pur restando a terra in una pozza d’acqua, se toccata con un ombrello reagiva. Non nel modo in cui si può immaginare, non cercava di mordere, però debolmente muoveva le zampe. E questo ha cambiato tutto, perché un conto è recuperare una carcassa per portarla all’istituto di zooprofilassi. Un altro è gestire il trasferimento di un animale selvatico come un lupo” ha spiegato De Lorenzis.
Il trasferimento nella clinica
L’operazione, grazie alla perseveranza dei volontari, è andata a buon fine. “Mi sono subito messa al telefono, chiamando gli uffici della riserva del litorale romano ma essendo accaduto tutto di sabato mattina (era il 10 dicembre ndr) erano chiusi”. Alla fine, dopo molte telefonate fatte sotto una pioggia incessante “con la lupa, completamente zuppa, che rischiava l’ipotermia”, ha raccontato De Lorenzis, i volontari hanno ricevuto l’attesa autorizzazione. “Dal dipartimento ambiente della regione Lazio, che teoricamente non avrebbe neppure questa competenza, ci è stato detto di provvedere al trasposto dell’animale in una clinica veterinaria di Roma” ha dichiarato la responsabile dell’oasi di Castel di Guido.
Le condizioni rilevate dopo il soccorso
L’esemplare non è risultato ferito dai piombini dei cacciatori né le sono state riscontrate delle fratture. “Il veterinario, che devo dire è stato molto disponibile, ha eseguito subito delle analisi radiologiche e dei prelievi del sangue. Sono stati rilevati però segni di un’infezione batterica intestinale ed un generale stato di inedia, per causa che ancora non conosciamo. Pensiamo sia del branco monitorato a Castel di Guido, quindi della cucciolata della nuova coppia dominante composta da Anco e Valeria”.
20 dicembre 2022
(Fonte ROMATODAY)
La lupa salvata dai volontari Lipu dell’Oasi di Castel di Guido. Foto di A. Benvenuti