Per fortuna possiamo aiutare i Loxodonta africani: questa immagine di Joel Sartore insieme a molte altre, è in vendita fino al 31 gennaio sul sito di Vital Impacts. Sono cento i fotografi, affermati ed emergenti, che hanno aderito al progetto dell’associazione, l’acquisto di un loro scatto andrà a sostenere l’Elephant Sanctuary Reteti in Kenya, un’area protetta nata nel 2016 per gli orfani del più grande mammifero terrestre. Il Reteti è anche esempio di empowerment femminile, è gestito da indigene dell’etnia Samburu. Una rivoluzione per l’Africa, anche lì dove si pensava che le donne non potessero lavorare oggi accade e contribuiscono ad arricchire le comunità circostanti con speranze per le generazioni femminili future. Le «guardiane» vedono realizzarsi i loro sogni mentre contribuiscono a crescere elefanti, fondamentali per l’ecosistema. Senza questo mammifero rischiano di scomparire a cascata anche gli stagni per altre specie e diverse varietà arboree. Con una foto possiamo aiutare l’Elephant Sanctuary Reteti e con questo l’intero pianeta.
Io sto con gli animali
Cento fotografi per la nuova campagna di Vital Impacts: sostenere gli elefanti orfani del Sanctuary Reteti in Kenya e le donne guardiano che lo gestiscono
«Senza gli animali non siamo niente». Joel Sartore, pluripremiato fotografo americano, ha fondato The Photo Ark, un progetto in collaborazione con il National Geographic per documentare e salvaguardare quelli in via di estinzione. Dal 2006 a oggi ha visitato più di 700 zoo, viaggiato per oltre 60 paesi, fotografato 15.000 specie (e conta di arrivare a 20.000). Uccelli, pesci, rettili, anfibi, invertebrati e mammiferi, fra cui i Loxodonta africani, ovvero gli elefanti della savana.
Li vedete, in gruppo al Queen Elizabeth National Park in Uganda. Lo scatto è del 2012. Adesso come allora in quella fetta di territorio si contano 2.500 esemplari. È una buona notizia per l’Uganda, molto meno buona se si guardano i numeri totali dell’Africa: da circa 10 milioni del 1930 si è scesi a 450.000, secondo le più recenti stime del WWF. Fra le cause, la drastica riduzione dell’habitat naturale (circa il 50 percento) e soprattutto il bracconaggio. L’avorio delle zanne, l’oro bianco delle jihad, ha ancora mercato e aiuta a finanziare le operazioni miliari di noti gruppi terroristici.