Quello delle corse dei cavalli è un business fiorente in America, soprattutto perché piace ai ricchi. Ancora oggi, uomini e donne dell’alta società provano gusto a vestirsi eleganti e ad andare all’ippodromo, dove scommettono sul cavallo vincente perdendo o vincendo ingenti somme di denaro. Purtroppo non è solo gioco e divertimento, soprattutto per i cavalli che sono costretti a inscenare questo spettacolo agonistico per il piacere degli umani. Per loro, infatti, si tratta di una questione di vita o di morte.
I cavalli che vincono, infatti, spesso sono così fortunati da essere abbastanza lucrativi per i loro proprietari da meritare una vita decente. Quelli che perdono, invece, vengono spesso mandati al macello quando chi li possiede ritiene che non siano più un investimento utile.
Secondo Forbes, più di 10 mila animali l’anno vengono venduti e spediti in camion verso il Messico e il Canada per venire macellati. La ragione? Negli Stati Uniti è vietato. Purtroppo, la legge che vieta la macellazione dei cavalli non è dovuta a ragioni di tutela degli animali, ma il divieto ha l’unico scopo di far sì che i proprietari si sbarazzino degli equini senza assumersi la responsabilità del fatto che ne allevano troppi.
Negli Usa, infatti, l’allevamento di cavalli è ormai una pratica senza controllo, con lo scopo di generare razze sempre più veloci ma con il rischio di rendere questi incroci sempre più soggetti a traumi da corsa. Per esempio, i cavalli allevati oggi hanno caviglie sottili per correre, ma questo spesso comporta il fatto che se le rompano e vengano abbattuti.
Le percentuali sono terribili: secondo il dipartimento dell’agricoltura, il 92 per cento dei cavalli mandati al macello sono perfettamente in salute, ma non sono più produttivi per i loro proprietari perché non corrono abbastanza veloci all’ippodromo. Purtroppo sembra non esserci soluzione a questo modo sregolato di allevare cavalli da corsa per poi ucciderli appena smettono di essere produttivi. Come impedire che questa industria proliferi? Il modo più semplice sarebbe quello di non partecipare alle corse e di non scommettere sui cavalli. In alternativa, sono moltissime le campagne in favore di questi splendidi equini, per evitare che il cinismo umano abbia la meglio sul diritto alla vita anche degli animali.
GIULIA MERLO
(Fonte La Stampa – La Zampa.it)