Dopo la liberazione dell’elefante Kaavan chiude lo zoo di Islamabad: ora tutti gli animali sono liberi

Pakistan

Per salvare l’elefante più «solo al mondo» è stato decisiva l’azione dell’associazione Four Paws International e la mobilitazione della cantante e attrice Cher. La struttura oggetto di critiche da diversi anni per le precarie condizioni degli esemplari «ospitati»

Aveva suscitato indignazione in tutto il mondo per il trattamento riservato a Kaavan, soprannominato «l’elefante più solo del mondo». Da mercoledì 16 dicembre lo zoo di Islamabad, in Pakistan, fondato nel 1978, è stato chiuso e tutti gli animali che ancora vi erano «ospitati» sono stati trasferiti all’estero, dove troveranno finalmente una struttura adeguata ad accoglierli. Gli ultimi a lasciare lo zoo sono stati due orsi himalayani — Bubloo e Suzzee —, diretti verso la Giordania. Solo tre settimane fa a essere trasferito era stato proprio Kaavan, trasportato in un santuario della fauna selvatica in Cambogia. «Lo zoo di Islamabad è ora completamente chiuso al pubblico e ai funzionari», ha detto all’Afp Saleem Shaikh, portavoce del ministero pakistano per il cambiamento climatico. La salute precaria di Kaavan aveva messo in luce lo stato in cui erano tenuti diversi esemplari, tanto che già a maggio scorso un giudice aveva ordinato che tutti gli animali fossero spostati. L’operazione, purtroppo, aveva portato alla morte di due leoni (deceduti mentre alcuni guardiani cercavano di separarli dal recinto, dopo aver incendiato alcuni mucchi di fieno) e di uno struzzo.

Mancanza di cibo e problemi comportamentali

A seguire direttamente la vicenda di Kaavan — tra gli altri — anche la cantante e attrice Cher, che si era recata proprio in Pakistan per celebrare la partenza dell’elefante, e poi, anche in Cambogia, per accoglierlo. Vissuto per 35 anni in condizioni miserabili nello zoo di Maragzar a Islamabad, l’animale aveva affrontato nel 2012 anche la perdita della compagna Saheli, morta a causa di una piccola infezione non curata a una zampa, che era poi degenerata in cancrena (il suo corpo senza vita era stato abbandonato per giorni nella gabbia prima che il personale dello zoo lo trasferisse, ndr). Per gran parte della sua vita in Pakistan, Kaavan era stato tenuto incatenato in un piccolo spazio, vicino a una pozza d’acqua. Da tempo — poi — dava anche segni di problemi di salute mentale: trascorreva le sue giornate muovendo la testa da un lato all’altro, comportamento che negli elefanti indica noia e tristezza. I veterinari che lo avevano visitato in questi anni gli avevano diagnosticato sia il sovrappeso sia la malnutrizione, oltre che— appunto — problemi comportamentali. In una visita a settembre i medici avevano anche trovato le unghie di Kaavan incrinate e troppo cresciute, risultato di anni di vita in un recinto non adatto, come denunciato anche dall’organizzazione internazionale per il benessere animale Four Paws, che per mesi si è occupata del suo stato di salute. «Ora verrà portato in un recinto di circa un acro, per permettergli di abituarsi al nuovo ambiente. Dopo la quarantena, poi, potrà vagare all’interno di un altro recinto più grande e dopo la completa riabilitazione avrà a disposizione un’enorme area recintata che copre diversi ettari».

La preparazione per il viaggio

Un team di veterinari ed esperti di Four Pauws ha trascorso mesi a preparare il pachiderma per il viaggio (di circa 11 ore), processo complicato a causa del dimensioni dell’animale e la quantità di cibo necessario durante la tratta. All’elefante si è dovuto insegnare anche come entrare nell’enorme cassone di metallo appositamente fabbricato il volo di sette ore. Kaavan è stato leggermente sedato. Four Paws, lavorando in coordinamento con le autorità di Islamabad, si è anche occupata de trasferimento di altri animali.

di Silvia Morosi

16 dicembre 2020

(Fonte IL CORRIERE DELLA SERA|Animalia)