L’ex esponente azzurra, oggi nel gruppo Misto, lancia l’iniziativa: permettere ai parlamentare di andare in ufficio con il proprio animale per lanciare un messaggio a tutti. Il presidente non è contrario
Ogni anno, il 26 giugno, si celebra in buona parte dei Paesi occidentali la Giornata mondiale degli animali in ufficio. Che non siamo noi, che ci andiamo tutti i giorni, bensì i nostri amici a quattro zampe che, per una giornata, possono scorrazzare tra corridoi e scrivanie abbattendo quel confine tra vita privata e vita lavorativa che segna spesso le nostre esistenze. Sono molte le aziende che in quell’occasione organizzano giornate speciali, in cui i dipendenti possono presentarsi al lavoro accompagnati dal proprio cane o dal proprio gatto. Ma ci sono società e uffici già molto più avanti che consentono abitualmente la presenza di animali domestici negli ambienti di lavoro, seppure sulla base di regole e norme ben codificate e condivise. Cani e gatti potrebbero fare ora il loro ingresso anche negli ambienti istituzionali, a partire dal Senato della Repubblica.
Tutto nasce da un’iniziativa di Michaela Biancofiore, senatrice, presidente del gruppo Civici d’Italia-Noi Moderati-Maie, che ha chiesto di avviare un’istruttoria per permettere ai quattro zampe dei parlamentari di varcare la soglia di Palazzo Madama. Si parte da un concetto di fondo: sempre di più la politica prende coscienza dell’importanza dell’interazione tra persone e animali da compagnia e per questo interviene a livello legislativo per intensificare questo rapporto. Ma ha un senso che chi fa le leggi per la crescita del benessere degli animali, poi vieti agli stessi l’accesso ai palazzi?
Sul tema è intervenuto anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa, che pur non dicendosi personalmente contrario, ha fatto notare come la questione sia ora al vaglio dei questori di Palazzo Madama. Intervenendo a «L’aria che tira», su La7, La Russa ha detto di non essere pregiudizialmente contrario, ma di non pensare realmente alla possibilità di presentarsi al lavoro con un amico scodinzolante al guinzaglio. «Manca solo che vado al Senato con i cani…» ha detto la seconda carica dello Stato. E ancora: «Cani, gatti, uccellini, perché no? Qualcuno dice anche le capre. Di animali, per dire con una battuta, là dentro siamo già tanti». Eppure la presenza di animali nei luoghi di lavoro, e l’aula parlamentare di fatto lo è, è ormai considerata un valore aggiunto, per la capacità che cani e gatti hanno di abbassare i toni e creare un clima di armonia e serenità, che di fatto poi influisce, in positivo, sulla produttività.
«Non sono contrario, ma non decido io, è compito dei questori – ha commentato La Russa —. Comunque i miei cani li lascio a casa». Insomma, il numero uno di Palazzo Giustiniani non sembra crederci molto, anche se oggi Biancofiore lo ringrazia per quella che, se non è una vera apertura, di certo una chiusura non è. Il tema in ogni caso resta. Per consentire ai parlamentari di entrare nei loro uffici — non in Aula e neanche alla buvette o al ristorante — con il proprio cane o gatto sarà forse necessario apportare una modifica al Regolamento. Ieri proprio la senatrice Biancofiore aveva sottolineato sui social che la sua iniziativa «non ha nulla di politico ma è solo un gesto di civiltà e di umanità verso esseri senzienti che non possono essere abbandonati tutto il giorno mentre la gente lavora». E ancora: «Molte aziende hanno creato stanze dedite agli animali domestici dei dipendenti perché è scientificamente provato che il lavoratore è più sereno e lavora meglio col proprio animale accanto» Duro, infine, il giudizio della senatrice nei confronti di chi vuole impedire l’accesso degli animali domestici «che ormai sono parte della nostra famiglia», ai luoghi di lavoro: «Sono fuori dal mondo e non hanno cuore perché per molti cittadini sono l’unico affetto in una società talvolta arida».
di Alessandro Sala
06 Giugno 2023
(Fonte Corriere della Sera | Animalia)