Cinque lupi avvelenati a Monte Sole. Un intero branco. Se n’è accorta una passante, a gennaio, perché ha visto il primo che si contorceva lungo il sentiero. Poi l’unità cinofila dei carabinieri ha trovato altri cadaveri e nel giro di venti giorni sono diventati cinque. Le indagini sono in corso e il colpevole rischia fino a tre anni di carcere.
“Un fatto gravissimo”, dice il presidente dell’Ente parchi Emilia orientale, Sandro Ceccoli. Mentre il responsabile dell’area ambiente, David Bianco precisa che si tratta di un “record negativo su scala nazionale” e di “un ecocidio, perché così si uccide la biodiversità”. Ieri hanno lanciato “un messaggio alla cittadinanza”, tutti insieme. Per spiegare che il lupo “è una specie protetta che dobbiamo preservare”.
Bianco (che indossa un maglietta con scritto: “Il lupo sarà sempre cattivo se ascoltiamo solo Cappuccetto Rosso”), dice: “La società sul lupo ha della idee strane. La verità è che è un super-predatore e un elemento fondamentale di quella complessa macchina che è il nostro ecosistema”.
In tutta Italia (dati Ispra) vivono 3300 lupi e gli atti di bracconaggio sono in aumento. “Dei 38 esemplari che abbiamo recuperato dal 2020 a oggi – spiega Elisa Berti del Centro di Monte Adone – 20 sono vittime di lacci letali o avvelenamenti”. Il comandante dei carabinieri forestali Aldo Terzi avvisa che spesso “anche quelli che muoiono travolti dalle auto, sono stati avvelenati prima”.
L’ispettore della polizia locale metropolitana Luca Catania lancia l’allarme sulle esche: “Solo a Bazzano nell’ultimo mese ne abbiamo trovate 600 scatole, servirebbero per i topi ma vengono usate per tutti gli animali. I gusti vanno dal salmone alla carne di pollo”. L’assessora regionale ai parchi Barbara Lori parla della “necessità di un’assunzione di responsabilità collettiva”. E basta con le favole.