Animali – Gli invertebrati sono esseri senzienti?

La questione è complessa e la comunità scientifica non è concorde: nel Regno Unito una proposta di legge riapre il dibattito sulla coscienza degli animali invertebrati.

Che cani e gatti siano intelligenti è chiaro a tutti, ma è quando si parla di formiche, farfalle o polpi che la questione si fa più complessa. Nel Regno Unito se ne discute in Parlamento, con una proposta di legge che recepisce la definizione di essere senziente per tutti i vertebrati (già contenuta nel Trattato di Lisbona dell’Unione Europea), ma che non esclude totalmente gli invertebrati. In un articolo pubblicato sul Guardian Jonathan Birch, capo del progetto Foundations of Animal Sentience, si domanda quali animali dovrebbero essere riconosciuti come senzienti di fronte alla legge. «Il problema principale è che la scienza non dà risposte certe», spiega Birch, che sottolinea come sia fondamentale studiare più a fondo un tema sul quale, ad oggi, gli esperti non hanno un’opinione univoca.

AHI! Anche per questioni etiche direttamente correlate all’alimentazione e al cibo che mangiamo, la scienza indaga sulla capacità di provare sensazioni degli animali, e in particolare sul dolore. Un esperimento di qualche anno fa aveva dimostrato che i topi sentono e comprendono il dolore: tra una stanza dove venivano feriti e una nella quale ricevevano antidolorifici, le cavie preferivano quest’ultima ed evitavano la prima.

Ma se questa scoperta non stupisce più di tanto (in fin dei conti i ratti sono mammiferi proprio come noi, sottolinea Birch), i risultati di un test simile condotto di recente sui polpi sono piuttosto sorprendenti: anche questi molluschi cefalopodi hanno dimostrato di provare dolore, sia fisico sia emotivo, evitando i luoghi dove erano stati toccati da sostanze acide e tornando in quelli dove avevano ricevuto una terapia.

QUESTIONI ETICHE. Nel 2010 l’Europa ha deciso di includere tutti i molluschi, inclusi calamari e seppie, nella legge europea sulla protezione degli animali utilizzati nella ricerca scientifica. «Ci troviamo di fronte a una situazione strana», spiega Birch, «in cui il benessere dei cefalopodi è garantito in campo scientifico, ma non in tutti gli altri settori.»

Bisogna purtroppo ammettere che la proposta di legge britannica non cambierebbe molto la vita degli animali riconosciuti come senzienti: galline, pesci e maiali – per fare qualche esempio – sono da tutti considerati capaci di soffrire, ma questo non impedisce agli umani di rinchiuderli in gabbie strette dove vivono una vita breve e triste. «Sapere che gli umani li riconoscono come esseri senzienti non sarà loro di grande conforto», ricorda Birch, che sottolinea che «il dovere di opporsi a pratiche discutibili spetta a noi consumatori».

di  Chiara Guzzonato

24 Maggio 2021

(Fonte FOCUS)