I parrocchetti, di origine asiatica o africana, possono portare la psittacosi, una pericolosa infezione (che secondo l’OMS in Europa è oggi più presente che in passato). A Roma questi volatili hanno ormai spodestato parte della fauna autoctona
Credo che i bambini romani del 2024 siano convinti che i parrocchetti siano degli animali autoctoni, ovvero facenti parte da sempre dell’avifauna nazionale. Infatti, attraversando il fiume Tevere all’imbrunire, oltre al rumore del traffico disordinato si sentono anche dei richiami di uccello un po’ gracchianti che si fanno spazio tra una sponda all’altra. Ed ecco che alzando gli occhi verso il cielo si scorgono degli stormi di uccelli verde brillante che attraversano il fiume come una nuvola smeraldo. Allo stesso modo a Villa Borghese si sentono in maniera più marcata, e adesso che gli alberi sono spogli si vedono subito.
Sono come dei birilli verdi appoggiati a mezz’aria, che dopo un po’ spiccano il volo verso un altro ramo. I parrocchetti che si vedono a Roma sono di due specie : una sudamericana ed una asiatica – due popolazioni molto distanti in origine che oggi si trovano riunite in uno spazio verde a metà strada fra i continenti di rispettiva appartenenza. Sono stati liberati dalle gabbie o qualcuno è fuggito – chissà – approfittando della distrazione durante il cambio igienico della loro prigione. Questi uccelli, adattati a climi tropicali, negli ultimi anni hanno trovato un clima ideale per riprodursi e così i loro numeri stanno aumentando a dismisura.
In questi ultimi giorni si è sentito parlare di psittacosi, una malattia infettiva degli uccelli che può infettare anche l’uomo. L’OMS ha dato l’allarme per il riscontro di un numero di casi di malattia (in Europa) al di sopra della norma. Senza dubbio, se ci sono specie di animali che assolutamente sono in grado di essere serbatoio di psittacosi (o clamidiosi) sono i pappagalli ed i parrocchetti. A differenza degli altri uccelli che la Chlamydia psittaci è in grado di infettare – nei pappagalli ed affini è in grado di raggiungere delle concentrazioni batteriche altissime nelle deiezioni che sono molto infettanti per l’uomo. Quelle nuvole verdi che attraversano il cielo quindi potrebbero eliminare alte concentrazioni infettanti di Chlamyida. Questa situazione è stata generata dal combinato disposto di aver introdotto delle popolazioni di uccelli che mai e poi mai si sarebbero trovate a colonizzare lo stesso habitat che si trovano adesso a competere per il cibo e per le nicchie ecologiche.
Ma c’è dell’altro: abbiamo anche fatto proliferare a dismisura due specie pappagallo che sono vettore efficacissimo per infettare le persone di Psittacosi. Insomma se non verranno gestite queste popolazioni di animali – che per quanto affascinanti quando attraversano il Tevere – non dovrebbero essere in Italia, rischiamo di impestarci di una malattia che è molto più che fastidiosa che può provocare una febbre molto alta e persistente ed anche polmoniti atipiche che necessitano di trattamento antibiotico.
di Ilaria Capua
30 Marzo 2024
(Fonte IL CORRIERE DELLA SERA|Sette)
In copertina Frida Kahlo, «Autoritratto con pappagalli» (foto IPA Agency)