In un anno “uccisi oltre 25.800 animali selvatici”, i dati dell’Alto Adige diffusi da WWF e LAV: “Abbattuti oltre 2.500 animali a rischio estinzione, fermate la caccia”

Sono questi i dati diffusi nei giorni scorsi dal gruppo volontari WWF  Alto Adige Südtirol e LAV Bolzano. Nelle settimane scorse, infatti, la Provincia Autonoma di Bolzano ha reso noto alle associazioni l’elenco degli animali uccisi dai cacciatori nella stagione venatoria 2022

BOLZANO –  Nel 2022 in Alto Adige sono stati uccisi 25.810 animali selvatici. Abbattuti anche 2.577 animali inseriti nella lista rossa delle specie in pericolo.

Sono questi i dati diffusi nei giorni scorsi dal gruppo volontari Wwf  Alto Adige Südtirol Lav Bolzano. Nelle settimane scorse, infatti, la Provincia Autonoma di Bolzano ha reso noto alle associazioni l’elenco degli animali uccisi dai cacciatori nella stagione venatoria 2022.

Gli individui uccisi sono stati 25.810, di cui 2.577 esemplari appartenenti a specie inserite nella lista rossa delle specie in pericolo, tra queste 73 Stambecchi delle Alpi, 1.454 Lepri comuni, 338 Lepri variabili, 8 Marzaiole, 19 Alzavole, 243 Beccacce, 317 Fagiani di monte, 8 Coturnici alpine, 117 Pernici bianche; quest’ultima specie raro relitto della glaciazione di Würm, che sulle Alpi sta lentamente scomparendo a causa, tra l’altro, dei cambiamenti climatici.

In Sudtirolo la caccia viene praticata anche nei sette Parchi naturali, nei biotopi di grandi dimensioni e in quelle che dovrebbero essere Oasi di protezione.

“In un territorio già fortemente provato dall’agricoltura intensiva dalla crescente cementificazione, da una sempre più fitta rete stradale (molti sono ogni anno gli incidenti con animali selvatici) e dai cambiamenti climatici – spiegano in una nota WWF e LAV dell’Alto Adige – la caccia rappresenta un’ulteriore aggressione alla fauna selvatica e alla natura”.

Senza considerare, spiegano le associazioni, il problema del saturnismo (avvelenamento da piombo) derivante dall’attività venatoria e dalle munizioni che essa utilizza; particolarmente grave quando va a colpire specie di interesse conservazionistico come Aquila reale e Gipeto.

“Se in passato, in periodi di povertà, la caccia ha rappresentato una fonte di sostentamento, oggi non è più così. L’attività venatoria non ha più niente a che vedere con la sopravvivenza, è un divertimento violento e pericoloso che danneggia la natura e le persone. Oggi più che mai, gli animali selvatici e la natura hanno bisogno di rispetto” concludono le associazioni.

di Redazione

29 ottobre 2023

(Fonte IL DOLOMITI)