Avvocati bestiali

Boom di cause civili per gli animali domestici: dai cani “contesi” alla “mala veterinaria”. E ora molti studi legali si convertono

Racconta l’evoluzione del Paese meglio di tanti sociologi. «Fino a dieci anni fa mi occupavo del diritto di famiglia. Separazioni, divorzi, i bambini sballottati di qua e di là». Ma oggi le cose sono cambiate: «A un certo punto mi sono reso conto che l’oggetto del contendere non erano più i minori, ma i cani e i gatti, e allora mi sono adeguato».

Filippo Portoghese è l’avvocato due punto zero. In studio, a due passi dal Palazzo di Mani pulite, si parla solo di quadrupedi, al massimo di pappagalli, il civile tradizionale ormai è retroguardia. «Un tempo sarebbe stato impensabile, ma oggi le cause formato minizoo si moltiplicano con il crescere di presenze a quattro zampe nelle nostre città. A Milano, dove vivo, siamo sommersi da migliaia di procedimenti e c’è un moltiplicarsi di specializzazioni. Del resto anche l’Ordine degli avvocati ha istituito una commissione per studiare i diritti degli animali. E poi è tutto un fiorire di seminari, convegni, pubblicazioni». Il filone più importante che vale a spanne la metà delle carte bollate è quello relativo alla «mala veterinaria» che per molte famiglie ha sostituito o affiancato la malasanità tradizionale. «I veterinari sono in forte espansione, si spendono per le cure cifre folli. Ma se un professionista sbaglia, scattano le richieste di risarcimento.»

Quanto? «Quattro o cinquemila euro di media, ma ho visto sborsare otto mila euro per un gatto che era stato rovinato da una mano incerta». Poi, a ventaglio, ecco le altre materie che finiscono in tribunale: «le liti condominiali, aggiornate ai tempi liquidi di oggi e alle incursioni sul pianerottolo di Micio e Fido; le coppie che si spaccano e non sanno trovare un’intesa per condividere l’animale domestico; infine, la giungla metropolitana: i cani che mordono altri cani e talvolta li spediscono all’altro mondo. «Nelle case succede di tutto e il cane è spesso l’origine della guerra fra vicini ma più spesso ancora è la proiezione di ansie e frustrazioni. Mi è capitato il caso di un’infermiera che tornava dall’ospedale al mattino e puntualmente un bassotto la svegliava, abbaiando furiosamente nel cortiletto del palazzo. In una città del Piemonte invece, la querelle riguarda gli inquilini di due villette vicine. I latrati provenienti dalla prima disturbano la signora che vive nella seconda e lei risponde con effetti speciali. Punta i riflettori sull’altro edificio e diffonde a tutto volume registrazioni di cani che abbaiano ingigantendo il problema. Così, dal civile si arriva al penale, alle risse e agli spintoni, alle telefonate ai carabinieri, addirittura in una circostanza alla denuncia per stalking, che il giudice ha derubricato nel più tradizionale disturbo della quiete pubblica.»

Ma non ci sono solo le orecchie, c’è anche il naso: «Oggi nelle aule di giustizia si disserta di molestia olfattiva con tutto quello che ne consegue». Poi c’è il capitolo di quelli che non sanno dirsi addio. Drammatico. Cupo. Faticosissimo. «La coppia scoppia e a quel punto uno dei due si prende Fido e se lo porta via. Dall’oggi al domani il partner perde il contatto con il cane che prima coccolava tutti i giorni. Ho appena sbloccato una situazione incancrenita: lei ha passato sei mesi pesantissimi. Poi finalmente hanno raggiunto la pace e lei ora mi manda le foto sorridenti di loro due di nuovo in posa. Con queste immagini di una felicità ritrovata potrei ormai allestire una mostra».

1 Ottobre 2023
(Fonte IL GIORNALE)