Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Primates, condotto dagli scienziati dell’Università di Warwick e dell’Università di Birmingham. Il team, guidato da Adriano Lameira, ha osservato i video delle grandi scimmie che si appendono ai rami per poi dondolarsi fino a raggiungere uno stato di vertigine. Tale comportamento, affermano gli esperti, potrebbe fornire indicazioni su quando la specie umana ha iniziato a sviluppare il desiderio di cercare stati mentali alterati per manipolare il proprio umore e la percezione della realtà.
«Ogni cultura – osserva Lameira – ha ideato rituali, pratiche e cerimonie mirate all’evasione dal piano del reale. Questo tratto è così universale, sia storicamente che culturalmente, che solleva numerosi interrogativi sulla possibilità che si tratti in qualche modo di un atteggiamento ereditato dal punto di vista evoluzionistico. In tal caso, dovremmo rivedere il modo in cui pensiamo alle moderne capacità cognitive e ai bisogni emotivi». I ricercatori hanno analizzato oltre 40 video online di primati che ruotavano sugli alberi. Gli esperti hanno scoperto che le scimmie ruotavano mediamente 5,5 volte con una velocità media di 1,5 giri al secondo. In base alle analisi del gruppo di ricerca, gli animali possono raggiungere spinte di rotazione paragonabili a quelle dei ballerini professionisti e degli artisti circensi. «Se tutte le grandi scimmie sono alla ricerca di queste sensazioni – aggiunge Lameira – è probabile che anche i nostri antenati abbiano eseguito dei comportamenti simili. Il nostro lavoro suggerisce che il movimento dei primati era completamente intenzionale, e stimola la riflessione in merito ad alcune danze tradizionali che accompagnano le nostre culture». In alcuni video, gli animali ruotavano fino a perdere l’equilibrio e cadere dall’albero. «Nonostante l’effetto delle vertigini – spiega Marcus Perlman, docente presso il Dipartimento di lingua e linguistica inglese dell’Università di Birmingham e coautore di Lameira – le scimmie continuavano a farsi dondolare. È stato davvero interessante». Gli autori sottolineano che saranno necessari ulteriori approfondimenti per comprendere le motivazioni alla base di questi comportamenti, per capire se anche i primi ominidi avessero l’abitudine di ricercare sensazioni simili. «Non escludiamo un collegamento tra l’adozione di questi atteggiamenti e la salute mentale – conclude Lameira – gli esemplari che si dedicavano a queste rotazioni erano per lo più individui in cattività, che potrebbero aver ricercato uno stimolo diverso dalla monotonia. Allo stesso tempo, però, la vertigine potrebbe essere un approccio giocoso e divertente alla rotazione. Si pensi ai parchi giochi dei bambini, con altalene, scivoli e giostre, progettati per sfidare l’equilibrio e interrompere le risposte corpo-mente. In ogni caso, sembrano emergere parallelismi davvero curiosi tra il comportamento delle scimmie e la nostra storia evolutiva».