Il Costa Rica annuncia il divieto di pesca degli squali martello

CITTÀ DEL MESSICO — La pesca degli squali martello è ora illegale in Costa Rica, grazie alla firma, il mese scorso, di un nuovo decreto esecutivo da parte del presidente Rodrigo Chaves Robles.

Il decreto vieta la cattura, il trasporto, lo stoccaggio e la vendita degli squali martello e dei loro sottoprodotti, quali pinne e denti. Tra le specie vietate, vi sono lo squalo martello liscio (Sphyrna zygaena), lo squalo martello smerlato (Sphyrna lewini) e lo squalo martello maggiore (Sphyrna mokarran).

Nonostante siano in grave pericolo di estinzione e protetti dall’Appendice II della CITES, gli squali martello sono stati acquistati e venduti in Costa Rica per anni. Gli animali sono apprezzati per le loro pinne, che spesso vengono inviate in paesi come la Cina per essere utilizzate nella zuppa di pinne di squalo, considerata una prelibatezza.

“È troppo tardi e troppo poco”, ha dichiarato Randall Arauz, un biologo di Marine Watch International. “Certo che sono felice che la pesca degli squali martello sia stata vietata. In realtà, però, già nel 2013, gli squali martello erano stati elencati nella CITES per iniziativa del Costa Rica, perciò si aveva il dovere di vietare la commercializzazione, l’estrazione e tutto ciò che riguarda la pesca degli squali martello. Questa è stata la nostra battaglia negli ultimi dieci anni”.

In quel periodo, secondo Arauz, la popolazione degli squali martello in Costa Rica era declinata di circa il 90%.

Diversi presidenti, nell’ultimo decennio, hanno tentennato in materia di protezione degli squali martello, anche perché interessati a salvaguardare l’industria della pesca. Nel 2017, l’ex presidente Luis Guillermo Solís ha emesso un decreto che legalizzava gran parte del commercio degli squali; tuttavia, pochi anni dopo, tale decreto è stato annullato dalla corte suprema.

Nel 2018, il paese ha istituito un santuario degli squali martello nel Golfo Dulce, un golfo all’estremità sud-orientale del paese con un’elevata biodiversità, che protegge le zone umide utilizzate dagli squali per la riproduzione.

Una causa legale di quell’anno ha sostenuto che l’Istituto costaricano di pesca e acquacoltura (INCOPESCA) non solo fosse a conoscenza della pesca eccessiva degli squali martello, ma che addirittura la accelerasse. Inoltre, alcuni gruppi di conservazione hanno accusato il Ministero dell’Ambiente e dell’Energia (MINAE) di aver autorizzato l’esportazione in Cina di migliaia di pinne di squalo martello.

La maggior parte degli squali martello catturati, ha dimostrato la causa, non aveva ancora raggiunto la maturità sessuale, rendendo difficile il rimbalzo della loro popolazione. Invitati a commentare al riguardo, MINAE e INCOPESCA non hanno risposto.

Numerose volte, nel corso degli anni, il Costa Rica si è astenuto dal votare le proposte di divieto degli squali durante le riunioni CITES, fomentando ulteriormente le proteste degli ambientalisti secondo cui il paese è bravo a parlare di conservazione senza far nulla al riguardo.

“È una buona notizia”, ha commentato Arauz. “Vediamo però se agiranno davvero sugli squali martello.”

di   | Translated by Elena Benedetto

9 Marzo 2023

(Fonte MONGABAY Giornalismo ambientale indipendente)