La spettacolare quanto drammatica cattura, stando a quanto è dato sapere, è avvenuta lungo la costa tunisina di Monastir
Lo squalo era imponente. Lungo più di cinque metri, per almeno due tonnellate di peso, deve aver bloccato la banchina del porticciolo tunisino per un bel po’. Sì perché, come documentato dalle tristi immagini diffuse da Monastir Tv, Lamya Chebbi e da Houtiyat, associazione ambientalista che si occupa di salvaguardia ambientale in quel Paese, alla fine, per caricarlo sul furgone, c’è voluta una specie di piccola pala meccanica. La spettacolare quanto drammatica cattura, stando a quanto è dato sapere, è avvenuta lungo la costa tunisina di Monastir.
Lì, non distante da Teboulba, il grosso maschio sarebbe stato catturato e finito da alcuni pescatori. Una cattura, non è chiaro se accidentale o meno, comunque molto apprezzata da chi, una volta a terra, ha eviscerato il leviatano senza alcun problema, preparandolo per la pescheria del “fish bazar” dove è stato infine trasportato. “È una perdita enorme”, continuano a ribadire sui social gli ambientalisti. Lo squalo bianco, infatti, seppur presente da sempre nel nostro amato e vituperato Mediterraneo, nonostante sia specie super protetta, continua ad essere cacciato e ucciso.
Una caccia, più o meno voluta, che in pochi decenni ha portato la specie fin sull’orlo dell’estinzione anche nel Mare Nostrum dove ormai non sopravvivrebbero che poche decine di esemplari. La scomparsa del più temuto tra gli squali, è ormai accertata in tutti i mari e oceani del pianeta. Persino in Sudafrica, dove fino a pochi anni fa i grandi bianchi prosperavano è ormai allarme. Come confermato da studiosi e ricercatori del sudafricano Oceans Research Institute: “Reti anti-squalo e pesca non sostenibile stanno decimando e affamando gli squali, bianco compreso”. Tanto che, se non vi sarà una inversione di rotta, del vecchio signore dei mari potrebbe rimanere soltanto il ricordo e qualche pellicola cinematografica ingiallita dal tempo.