Gli attivisti animalisti contro il più antico acquario al mondo, il Sea Life di Brighton, che non vuole restituire la libertà alla vecchissima tartaruga verde, in cattività da ottant’anni
Ha 82 due anni ed è rinchiusa in un acquario dal 1940. Stiamo parlando di Lulu, la più vecchia tartaruga verde al mondo in cattività, che vive al Sea Life di Brighton. Catturata quando era appena una cucciola da un’agenzia pubblicitaria che la usò per uno spot sul sapone, la tartaruga è passata dallo zoo di Londra, dove è rimasta 30 anni, al Sea Life di Blackpool e infine a quello di Brighton.
Gli animalisti hanno dato vita a una petizione per chiederne la liberazione. In un periodo così lungo il mondo ha visto la seconda guerra mondiale, tutto il regno della regina Elisabetta, l’invenzione di Internet, la guerra in Ucraina e lei sempre lì, relegata in uno spazio troppo piccolo per chi, secondo la sua natura, nuota migliaia di chilometri ogni anno e sceglie la stessa spiaggia per deporre le uova. Lulu questa cosa non l’ha mai potuta fare e probabilmente non nuoterà mai da tartaruga libera.
Le Chelonia mydas possono raggiungere i 500 chili di peso e i due metri di lunghezza, sono forti e robuste anche perché in natura compiono migrazioni di migliaia di chilometri ogni anno. Esistono sette specie di tartarughe marine differenti e sono tutte a rischio estinzione a causa ovviamente dell’uomo visto che restano impigliate nelle reti dei pescatori, ferite o private dei siti dove riprodursi.
Gli animali devono stare nel loro ambiente naturale e non dentro una vasca piccola nella quale non resta che girare attorno, dicono gli attivisti di Freedom for Animals. In uno spazio ristretto, sottoposto ad illuminazione artificiale, Lulu e Gulliver, il suo compagno, vivono sempre sott’acqua, con un luci che cambiano colore e una musica costante. Non hanno gli stimoli di cui hanno bisogno, non hanno spazio, non possono mettere in atto nessuno dei comportamenti che avrebbero in natura. E questo si ripercuote sul loro benessere fisico e mentale. Gli animalisti chiedono quindi il rilascio della coppia di tartarughe in un’oasi protetta, un santuario, dove possa essere seguita ma al tempo stesso godere un po’ di libertà. La campagna portata avanti dagli attivisti guarda anche oltre, chiedendo la chiusura di tutte le strutture simili al Sea Life di Brighton.
I luoghi di detenzione come zoo e acquari arrivano purtroppo anche ad essere mortali per gli animali, soprattutto a causa dell’ignoranza e della mancanza di rispetto della gente. Qualche anno fa un esemplare della stessa specie di Lulu, detenuta in Thailandia, la tartaruga Omsin, è morta per aver ingerito le monetine buttate nella vasca dai turisti per buon auspicio. L’animale ne aveva ingerite accidentalmente più di 900 e nonostante il primo intervento chirurgico fosse riuscito, il corpo della tartaruga era ormai danneggiato e in più il nichel contenuto nelle monete lo stava intossicando.
Secondo la direzione del Sea Life di Brighton, l’acquario più antico al mondo, inaugurato nel 1872, che detiene Lulu, la tartaruga non può essere rilasciata in quanto non avrebbe le capacità di sopravvivere in libertà. Il salvataggio di tartarughe ferite, a detta della struttura, ha sempre come scopo finale quello della re-immissione in natura ma non sempre è possibile.
Lulu è una delle tartarughe più vecchie al mondo e da più tempo in cattività. Probabilmente non riuscirà mai ad assaporare la libertà e questo perché, dicono gli attivisti, the show must go on solo per l’essere umano.
di Priscilla Di Thiene
26 Ottobre 2022
(Fonte LA STAMPA| LaZampa.it)