I giudici amministrativi hanno sospeso l’efficacia del decreto firmato dall’assessore regionale Toni Scilla che, per correggere un errore materiale, avrebbe spostato la chiusura del calendario venatorio dal 29 settembre al 31 ottobre
“Nelle scorse settimane l’assessore Scilla – scrivono gli animalisti – aveva firmato un decreto-truffa che modificava il calendario per prolungare fino al 31 ottobre la caccia a questa specie migratrice, in forte declino in tutta l’Unione europea: con il pretesto di correggere un ‘errore materiale’ relativo alla data indicata nel precedente calendario venatorio, l’assessore ne aveva approfittato per prolungare di un mese il periodo di caccia. Una ‘furbizia’ che non è passata inosservata al Tar”. Dunque, a partire dal 30 settembre, chi aprirà il fuoco contro le tortore rischierà l’arresto sino a un anno o l’ammenda fino a 2.582 euro.
“Come è noto – si legge ancora nella nota delle associazioni, seguite dagli avvocati Antonella Bonanno e Nicola Giudice – anche quest’anno la Regione aveva approvato norme forzate e illegittime, anticipando la data di apertura della caccia ed autorizzando forme di prelievo venatorio in contrasto con le norme di tutela della fauna e, soprattutto, in palese e grave contrasto con il parere scientifico dell’Istituto superiore di protezione e ricerca ambientale. Grazie ai ricorsi ed alle battaglie giudiziarie anche quest’anno sono stati impediti gravi danni alla fauna selvatica causati dal pessimo calendario venatorio regionale”.