Ariemme, il signore della fauna selvatica: “Ecco perché gli animali arrivano in città”

Due caprioli in quattro giorni in centro città, una vipera ai giardinetti della Cittadella, un germano reale in piazza Cln: parla l’esperto

Due caprioli in quattro giorni in centro città, una vipera ai giardinetti della Cittadella, un germano reale in piazza Cln. Tutta questa natura tra i palazzi e le vie dello shopping non si spiega solo con l’esplosione della primavera. Gli animali arrivano in città per ragioni diverse, alcuni tornano da dove sono venuti senza essere visti, altri diventano oggetto di decine di segnalazioni e per catturarli è necessario l’intervento degli uomini della città metropolitana, della polizia municipale e dei veterinari del Canc di Grugliasco.

Leone Ariemme oggi è consulente della Città metropolitana: con decenni di attività alle spalle è uno dei più esperti conoscitori del servizio di tutela della flora e della fauna del territorio metropolitano.

“Sono fenomeni diversi, bisogna distinguere. Alcuni, ad esempio i caprioli e i cinghiali, arrivano attraverso i corridoi ecologici, aree verdi che penetrano fin nel cuore della città, spesso accanto ai corsi d’acqua, ma possono esserlo anche i viali alberati che scendono giù dalla collina o che portano a Torino da Nichelino o Rivoli. Alcuni animali arrivano e riescono anche a tornare indietro, sono quelli che noi non vediamo nemmeno, altri si perdono, si spaventano per un ambiente a loro non familiare e iniziano a vagare in luoghi non più verdi e non idonei come le strade trafficate o le piazze”.

Basta un viale alberato, davvero?

“Funzionano come corridoi che gli animali percepiscono come sicuri perché c’è vegetazione, e sono invogliati a percorrerli. Così, per esempio, anni fa, sono arrivati gli scoiattoli grigi in città. Arrivavano da zone come Stupinigi. Quelli rossi no, loro non arrivano perché sono più paurosi e timidi della specie che è stata importata dall’America”

Quello degli animali selvatici in città è un fenomeno in aumento?

“C’è sempre stato. Può essere aumentato un po’ per l’abbandono di aree rurali della collina che non vengono più curate e coltivate e di cui la natura ha ripreso possesso rendendo più selvatica la zona sopra Torino. Così aumentano serpenti, cinghiali e caprioli. Gli esemplari vaganti sono spesso animali giovani, si spostano alla ricerca di nuovi territori ma sono talmente vicino alla città che ci finiscono in mezzo. Mi è capitato di ripescare caprioli dal Po o di recuperare una volpe al mercato del pesce di Porta Palazzo nei miei anni di lavoro”

Possibile che scappino dai predatori?

“Con il ritorno del lupo è possibile. Ma è un fatto recente e i caprioli arrivavano anche quando il lupo non c’era. La caccia invece c’è sempre stata e anche quello è un elemento che spinge gli animali verso le case. Succede con i cinghiali in collina, per esempio, perché vicino alle case è vietato sparare, gli animali si sentono più al sicuro”

Potrebbe avere un ruolo il cambiamento climatico?

“Non direi, però il fatto che esemplari arrivino in città è indice della buona salute di una specie, vuol dire che la popolazione è numerosa e sta bene. E poi bisogna anche dire che non per tutti gli animali l’arrivo in città è un evento incidentale. Ci sono animali che hanno capito che possono avere vantaggi dalla convivenza con l’uomo”

Per esempio?

“Topi e colombi sono animali sinantropi per antonomasia. Hanno capito che dove c’è l’uomo ci sono meno predatori e più fonti trofiche, ci sono anche animali da predare. Pensiamo ai serpenti che si nutrono di topi. Se i topi stanno in città, lo fanno anche i serpenti. Ovviamente non parlo delle vipere: il ritrovamento dell’altro giorno in un giardino della cittadella ha un’altra spiegazione. Quell’animale è arrivato probabilmente trasportato da un’auto dove aveva cercato riparo. Ormai si sono create delle vere popolazioni: in città ho trovato serpenti di tutte le età”.

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29 Aprile 2022

(Fonte LA REPUBBLICA | Torino)