Montalto di Castro azzera la bolletta energetica: è il primo comune solare d’Italia

In questi giorni con la bolletta elettrica alle stelle è una grande notizia quella che arriva dal comune laziale. A Montalto di Castro, terra che attrae da più di venti anni l’installazione di grandi parchi fotovoltaici, con polemiche e opposizioni ad ogni livello, è nato un progetto che ha portato alla rivoluzione dei procedimenti per la scelta delle aree destinate alla costruzione degli impianti fotovoltaici e che ha condotto a rifondare radicalmente i rapporti tra comune e aziende. Un’impresa apparentemente impossibile che dà come risultato pratico l’armonia tra tutela del paesaggio, produzione di energia verde, ricadute economiche per la collettività locale: facendo leva sulle norme che prevedono misure compensative a favore dei comuni da parte delle stesse aziende, e soprattutto rivendicandone l’applicazione, il comune ora ha ottenuto dalle aziende la cessione di impianti fotovoltaici a proprio favore.

A breve il comune azzererà la bolletta elettrica grazie a oltre 5.500 kilowatt di produzione elettrica per ogni ora di sole. Parliamo di una produzione annua di 1600 kilowattora per ogni kilowatt di potenza installato. Otto milioni e 800 mila kilowattora all’anno. Gli impianti municipali hanno un valore complessivo di 4,4 milioni di euro. A questi si aggiunge un altro milione di euro per opere di pubblica utilità: due classi digitali per le scuole, lavori sulla rete fognaria, insonorizzazione di due palestre, punti di noleggio di biciclette e altro.

Il valore dell’energia elettrica prodotta in un anno vale oltre un milione e 300 mila euro al netto dell’Iva al prezzo del kilowattora di 20 centesimi Iva compresa, cioè il prezzo pre-crisi ucraina. Al prezzo attuale di 30 centesimi, il valore, al netto dell’Iva, supera i due milioni di euro!

Il comune, oltre ad azzerare la propria bolletta elettrica, utilizzerà l’energia che produce in sovrappiù per azzerare la bolletta delle famiglie con maggiori difficoltà economiche. Un contributo che partirà da 200 mila euro all’anno e che crescerà nel tempo visto che ci sono altri impianti in programma. E già questo è un risultato rivoluzionario, che potrebbe essere replicato da altri comuni e cambia radicalmente il rapporto tra amministrazioni locali, cittadini e aziende fotovoltaiche.

Il sindaco, Sergio Caci, e l’assessore all’ambiente e vicesindaco Luca Benni mi raccontano che le aziende si impegnano a costruire gli impianti concordando i criteri di progettazione, prevedendo la piantumazione di migliaia di alberi e siepi, con aree cuscinetto con olivi, cespugli odorosi e arnie per la produzione di miele. In questo modo la produzione di energia solare si fonde con l’agricoltura e l’impatto visivo viene minimizzato, anche perché Montalto di Castro si trova in una grande pianura e quindi le fasce alberate coprono completamente gli impianti alla vista.

Altrettanto straordinario è che questi risultati siano stati ottenuti praticando il dialogo piuttosto che lo scontro. Le aziende qui non sono più entità anonime che arrivano con sedi nei paradisi fiscali e non hanno contatti con le comunità locali. Al contrario, grazie a questo nuovo approccio, iniziano ad avere facce e nomi e a integrarsi nel territorio. E si tratta di un progetto realizzato, non di un sogno: le convenzioni sono state firmate, alcune opere sono già state concluse, per altre i lavori inizieranno nelle prossime settimane. Ma come ci sono riusciti?

Luca Benni, che si è trovato a supplire al ruolo di sindaco nel momento cruciale dell’inizio di questo progetto, mi spiega che si trovò di fronte alla difficoltà di gestire la collocazione dei grandi parchi fotovoltaici che stavano cambiando il volto del territorio comunale. Benni mi racconta che tutto è cominciato quando, per dirimere una questione legale, hanno interpellato l’avvocato Marco Marchetti, esperto nella materia e audace duellante delle sfide impossibili. Scavando nel labirinto delle leggi e dei regolamenti, dei poteri e delle facoltà e delle sentenze, costruisce un nuovo procedimento rivendicando la tutela del territorio e progettando un polo energetico comunale. Si crea così una sinergia tra enti, aziende, autorità a diversi livelli. Marchetti mi spiega: “Ci siamo riusciti grazie anche all’incontro con funzionari che condividono questa nuova visione.”

Marchetti è mio amico da 40 anni ed è pure il mio avvocato ed è convinto che la burocrazia sia una tigre di carta. A Montalto l’azione è iniziata quando Luca Benni ha presentato in regione, provincia, soprintendenza e consiglio comunale questo progetto spiegando che il comune non avrebbe più accettato soluzioni decise da altri sul proprio territorio. Questo modello ha avuto successo perché propone la fine della conflittualità, che per le aziende è un costo perché dilata i tempi delle autorizzazioni.

Ora i risultati hanno iniziato a riversarsi sul comune e altre amministrazioni limitrofe stanno percorrendo la stessa via, sempre coadiuvate dall’avvocato Marchetti. Ma Luca Benni mi racconta che quello che si vede ora è solo l’inizio di un progetto che cambierà completamente l’economia dell’area. Il comune sta studiando un sistema che incoraggi le aziende fotovoltaiche a impiegare manodopera locale per la manutenzione. A questo scopo nascerà una scuola per manutentori che formerà 50 addetti. Sono poi in corso contatti con alcune università per riuscire a creare una facoltà dedicata ai mestieri che hanno a che fare con le fonti rinnovabili: biologi, ingegneri, chimici, geologi…

E non è finita qui… È finito invece lo spazio a mia disposizione. Ci sarà tempo per un altro intervento.

di Jacopo Fo

25 Marzo 2022 
(Fonte F.Q. Blog – Ambienti e Veleni)