Da oggi cani e gatti ucraini possono arrivare più facilmente nel nostro Paese, in deroga al regolamento vigente. «Ma la situazione per gli animali che sono rimasti in Ucraina è difficilissima», raccontano da Oipa International
È solo un dramma nel dramma, quello che riguarda gli animali domestici nell’Ucraina in guerra. Ma non è un dramma trascurabile: basta guardare le foto delle persone che hanno cercato rifugio nelle metropolitane per capire quanto cani e gatti e pappagallini siano parte integrante delle famiglie in fuga.
In metropolitana, con i loro padroni
«Si richiede che i cani indossino la museruola, data la presenza numerosa di uomini e altri animali, e i che gatti restino all’interno dei trasportini. Ho parlato ieri con una ragazza che ha cercato rifugio sotto terra: con il figlio di 2 mesi, il marito e il cane, Sara», spiega Valentina Bagnato, responsabile Relazioni internazionali di OIPA International. «Anche portare l’animale in passeggiata è un’impresa, da azzardare una volta al giorno, ad orari precisi, per ridurre il rischio al minimo».
Da oggi entrare in Italia è più facile
Lasciare il Paese è una scelta difficile, farlo con un peloso al seguito può offrire almeno un po’ di conforto. «Per questo è importante che padroni e animali possano restare insieme anche quando sono e saranno costretti a mettersi in viaggio», continua Bagnato: «A questo proposito proprio ieri sera il Ministro della Salute Roberto Speranza ha fatto seguito alla nostra richiesta di deroga al Regolamento Europeo 576/2013: ora l’ingresso in Italia è possibile anche agli animali sprovvisti di passaporto europeo (Pet Passport) e della relativa documentazione sanitaria, condizione prevalente per gli animali scappati dal conflitto».
Cani e gatti, profughi
Anche la federazione dei veterinari dell’Unione Europea aveva chiesto di allentare questi blocchi di ingresso per consentire ai rifugiati di portare con sé i loro animali domestici e per fortuna ci sono stati già molti stati – fra i primi Romania, Polonia, Slovacchia e Ungheria – che lo hanno fatto. Un sostegno ai profughi, un modo per scongiurare la scelta dell’abbandono. «Come associazione, ci impegniamo fin da ora a sostenere i profughi per completare la profilassi in tempi brevi, direttamente sul territorio che li accoglierà», ha assicurato Bagnato.
Nei rifugi in Ucraina la situazione è drammatica
Da quello che riferiscono le associazioni legate a Oipa International in Ucraina, la situazione è, come immaginabile, ancora più difficile per gli animali che non possono lasciare il Paese, come ha testimoniato su Facebook la direttrice del rifugio comunale e delle cliniche veterinarie di Kiev, Natalia Mazur.
«Cerchiamo di aiutare rifugi e canili inviando denaro, perché possano approvvigionarsi sempre, quando possibile», continua Bagnato: «Un altro sostegno importante è quello che si può dare alle associazioni dei Paesi confinanti affinché, all’arrivo dei profughi, possa essere prestata assistenza anche ai loro animali».
Appena la situazione lo consentirà Oipa International promette di organizzare anche una rete di aiuti materiali nonché un corridoio per l’adozione di cani e gatti dall’Ucraina. In questo momento si può dare un aiuto utilizzando i riferimenti in questa pagina di Oipa International.
Save The Dogs alla frontiera
«Siamo partiti in 7 dalla nostra sede di Cernodova in direzione di Isaccea, un punto di frontiera fluviale sul Danubio dove stanno arrivando molti profughi via battello, per portare beni di prima necessità come medicine, mangime, trasportini, coperte e cappottini per gli animali che viaggiano con i cittadini ucraini in fuga», a parlare è Sara Turetta, Presidente di Save the Dogs and Other Animals che nei giorni scorsi ha lasciato Milano per raggiungere la Romania e organizzare con lo staff di Save the Dogs gli aiuti per l’emergenza animali in Ucraina.
Un rifugio per accogliere, temporaneamente o in modo permanente, cani e gatti in condizioni tali da non poter proseguire il viaggio; assistere le persone che viaggiano con il proprio animale con i documenti e informali che sono autorizzati ad entrare nell’Unione Europea con i propri cani e gatti anche senza documenti, regolarizzandoli in un secondo momento; offrire assistenza veterinaria agli animali con patologie o bisogni speciali.
Anche la situazione per gli animali rimasti in Ucraina è critica, il cibo e medicinali scarseggiano e aumentano le difficoltà per la gestione di rifugi e canili. «Nel nostro centro ci stiamo organizzando per poter accogliere gli animali che dovessero venire evacuati dai rifugi nel sud dell’Ucraina o da altre zone. Inoltre, stiamo individuando i rifugi da poter aiutare sia con l’invio di beni essenziali – appena sarà possibile sul piano logistico – sia attraverso l’attivazione di un fondo emergenza per questa enorme tragedia» ha aggiunto Sara Turetta.