Negli ultimi anni è cresciuta la sensibilità per il benessere degli animali, ma il 2021 è stato l’anno della consapevolezza dell’emergenza climatica. Così, anche le ormai consuete ordinanze comunali, che vietavano i fuochi d’artificio per evitare di terrorizzare gli animali, allargano le motivazioni dei divieti alla necessità di proteggere l’ambiente. Il comune di Milano ha infatti inserito nel Regolamento per la qualità dell’aria, che ha come obiettivo la tutela di ambiente, animali e cittadini il divieto di botti e fuochi d’artificio, petardi, giochi pirotecnici e barbecue in occasione delle prossime festività.
In realtà, il divieto è continuativo in città, dall’1 ottobre al 31 marzo e mira sia a ridurre le PM10, cioè le particelle inquinanti nocive per i polmoni, sia appunto a tutelare il benessere degli animali domestici e di tutta la fauna cittadina. I dati dell’Inemar (Inventario emissioni aria) redatto dall’Agenzia regionale per l’ambiente mostrano che i fuochi d’artificio sono responsabili del 6% dellle PM10 presenti in città durante l’intero anno.
“L’esplosione di fuochi d’artificio e botti è particolarmente dannosa e rilascia diverse sostanze nocive in quantità massicce – ha commentato l’assessora all’Ambiente e Verde di Milano, Elena Grandi -. Oltre al meteo e alle misure antismog strutturali o temporanee, anche i comportamenti individuali concorrono al miglioramento della qualità dell’aria cittadina”.
L’allarme per l’effetto inquinamento dei fuochi d’artificio era stato lanciato già ieri da Napoli, dove si era registrato un impressionante picco di polveri sottili nelle prime ore del 2021. Sulla base di questi dati l’Arpac, agenzia ambientale della Campania, aveva lanciato l’allarme in vista del Capodanno, quando allo scadere del 31 dicembre Napoli è una delle città in cui la tradizione dei botti è più sentita.
“Non ci sono soltanto gli infortunati che affollano i pronto soccorso e gli animali domestici spaventati, tra le vittime dei botti di Capodanno c’è anche l’ambiente, perché petardi e fuochi d’artificio fanno decisamente male all’ambiente“, aveva sottolineato l’Arpac nel pubblicare i valori di concentrazioni di polveri sottili rilevati nella notte di Capodanno dalla stazione di monitoraggio situata presso il Museo archeologico nazionale di Napoli. Il grafico presenta un impressionante picco registrato nelle prime ore del 2021, in coincidenza con l’esplosione dei botti di fine anno.
Nel Capodanno 2005 uno studio della Confederation of european waste-to-energy plants (Cewep) ha calcolato che i fuochi d’artificio esplosi nella sola città di Napoli hanno rilasciato una quantità di diossina pari a quella prodotta in un anno da 120 inceneritori di rifiuti. In Lombardia, spiega il sito della Regione, nelle ore immediatamente successive all’utilizzo di fuochi d’artificio si registra un peggioramento dei valori della qualità dell’aria, anche con elevati picchi in atmosfera, in particolare di polveri sottili (PM10).
L’effetto inquinante dei botti trova conferma anche in uno studio olandese (2019) che registra una impennata della media giornaliera di PM10 di 277 μg a metro cubo nel Paese durante le prime ore di Capodanno, contro la media giornaliera di 29 μg a metro cubo, con una concentrazione nelle aree più popolate dei Paesi Bassi che tocca i 600 μg.
Ma esistono fuochi green? Lo esclude una ricerca pubblicata su Environmental Science&Technology (2021) stimando che la versione più innovativa in chiave ambientalista dei botti pur emettendo dal 15% al 65% in meno di particolato rispetto ai fuochi d’artificio tradizionali, peggiorano lo stesso la qualità dell’aria.
“Evitare l’utilizzo di articoli pirotecnici di ogni tipo, a partire ovviamente da quelli illegali – spiega il direttore generale dell’Arpac di Napoli Stefano Sorvino – non soltanto rende le festività natalizie e il Capodanno più sicuri, ma contribuisce anche a evitare un fenomeno di inquinamento atmosferico che può protrarsi per diversi giorni se le condizioni meteorologiche risultano sfavorevoli al ricambio e al rimescolamento dell’aria”.
di Cristina Nadotti
28 Dicembre 2021
(Fonte LA REPUBBLICA | Green&Blue)