Dal ’90 è aumentata del 50% la fetta di popolazione mondiale che soffre di questo disturbo “causato dal timore per il destino del pianeta”. Per guarire, dice l’esperta “serve anche impegnarsi attivamente per la Terra”
Una paura costante dei cambiamenti globali del clima e degli attacchi all’ambiente. Gli psicologi la definiscono eco-ansia, un disturbo causato dal timore e dal dolore per il pianeta che soffre a causa dei disastri che lo colpiscono. Secondo il Global Bruden Disease, programma che confronta nel tempo lo stato di salute della popolazione mondiale, dal 1990 a oggi questo disturbo è aumentato del 50% su scala mondiale: 284 milioni di persone ne soffrono e sono sopratutto giovani.
La paura del futuro
“Il termine eco-ansia rischia di trarre in inganno”, spiega Marcella Danon, psicologa, direttrice di Ecopsiché-Scuola di Eco-psicologia, rappresentante in Italia dell’International Ecopsychology Society, “come se fosse un’ennesima patologia da dover curare. In realtà l’ansia, il timore e anche la disperazione di fronte a fenomeni di degrado dell’ambiente naturale che ci circonda sono risposte sane a fenomeni che stanno minacciando l’integrità del nostro stesso habitat. Possono essere paragonate a un campanello d’allarme di un edificio in risposta a segnali incendio. La soluzione non è quindi di zittire la sirena che suona, ma prendere in considerazione il messaggio che segnala. Non si tratta di “curare” l’eco-ansia, ma di attivare azioni concrete che plachino il malessere psicologico agendo sulla sua causa”. Siamo convinti che gli esseri umani siano superiori e separati dalla natura ma non è così: esiste un forte legame, ecco perché i cambiamenti climatici suscitano preoccupazione. Ci si domanda, tra l’altro, che vita avremo in futuro. Quesito che contribuisce ad aumentare le paure e che si pongono soprattutto i giovani. “Si tratta di persone che, non essendo ancora entrate nei meccanismi del sistema produttivo hanno viva in sé l’innata biofilia, l’amore per la vita, la spinta vitale verso un’esistenza improntata alla gioia, alla bellezza. Spesso, che prova eco-ansia si sente solo perché quando è all’aperitivo con gli amici che sono preoccupati del lavoro o del modello di telefonino, non riesce a condividere il malessere che nasce dalla disgregazione delle barriere coralline per esempio.
Ecco che cosa fare
Quando si è ansiosi, si può entrare in un circolo vizioso. Si fa fatica a dormire, la stanchezza porta all’apatica che facilmente può evolvere in depressione e nella perdita del piacere di vivere. Se la preoccupazione supera il livello di guardia possono presentarsi attacchi di panico, gesti di rabbia contro coloro ritenuti responsabili, ma anche veri e propri traumi, nel caso si sia vissuta in prima persona un’esperienza diretta di un disastro naturale, come un’alluvione, un incendio boschivo, un terremoto. “In altri Paesi europei”, continua l’esperta, “l’insorgere di questo fenomeno è stato preso già da diversi anni molto sul serio. In Gran Bretagna, per esempio, è nata la Climate Psychology Alliance, un’associazione di psicologi e psicoterapeuti che approfondisce il tema e fornisce consigli e sostegno. Come avviene per ogni tipo di ansia l’importante è parlare, alleggerirsi dal turbinare dei propri pensieri per attenuare il malessere. In Finlandia, per esempio, sono stati creati dei Climate cafè in cui psicologi e personale opportunamente formato accolgono il disagio e il malessere sule tematiche ambientali e sul cambiamento climatico, offrendo prima di tutto proprio l’opportunità di parlarne. Per alleggerire l’ansia è anche importante frequentare ambienti naturali come boschi, fiumi, prati, montagna, in cui è più facile smaltire le preoccupazioni e rigenerarsi, trovare forza e ispirazione per impegnarsi attivamente, ognuno al livello che sente adatto a sé. un altro modo è combattere il senso di ineluttabilità e di impotenza con l’azione, piccoli gesti che ognuno di noi può fare, come impegnarsi in associazioni ambientaliste, raccogliere fondi….
Una disciplina che si sta impegnando su questo accompagnamento verso una maggiore consapevolezza del proprio potere di azione sul mondo è dunque l’eco-psicologia che fonda le sue basi sulla consapevolezza che siamo connessi al pianeta e che è impossibile pensare ad un benessere della nostra specie sulla Terra senza essere in grado di tenere conto anche del benessere dell’ambiente stesso e di tutte le altre creature”.
di Luisa Taliento
23 Novembre 2021
(Fonte DIVA E DONNA n. 47 | Occhio alla salute)