A Bologna il “Rifugio notturno della solidarietà” con 28 posti letto e, nell’area esterna, 10 cucce: 7 per gli animali dei senza dimora, 3 a disposizione di tutti coloro che possono averne necessità. Asp: “La presenza di cittadini esterni potrebbe favorire la costruzione di relazioni significative”
Un dormitorio per senza dimora – il Rifugio notturno della solidarietà – con all’interno – unico in città – un canile dedicato principalmente ai cani di ospiti sia interni, sia di altri dormitori. Lo scorso ottobre, però, arriva agli operatori della struttura una richiesta ben precisa da parte di tre cittadini della zona: “Per motivi di lavoro siamo costretti ad assentarci spesso. Durante la nostra assenza potreste accogliere voi i nostri cani?”. Da lì, l’idea, anche questa unica nel suo genere: delle 10 cucce totali, 7 sono riservate ai cani dei senza dimora, 3 a disposizione di tutti coloro che possono averne necessità. Così è nato “Canile rifugio”. “È un servizio gratuito – spiega Mirco Tesini, operatore della cooperativa Open Group che, all’interno del Consorzio l’Arcolaio, gestisce per Asp Città di Bologna il Rifugio notturno della solidarietà –. Gli ospiti esterni che lasciano qui i loro cani ci aiutano donandoci i beni primari di cui abbiamo bisogno: abiti, cibo per i cani, coperte per l’inverno”.
Monitorata dall’equipe, la gestione del canile è coadiuvata dall’attività di volontariato garantita dall’associazione Gruppo Idea Animalista: agli ospiti è garantita una collaborazione stabile con un veterinario (per le vaccinazioni, gli esami del sangue, la prescrizione di cure e interventi sia a domicilio che in ambulatorio); l’acquisto di medicinali a minor prezzo (con contributo previsto dall’ospite); la distribuzione gratuita di cibo secco e in scatola. “Come equipe – continua Tesini – copriamo una serie di spese, ma sono gli ospiti – interni o esterni – che devono prendersi cura dei loro animali, anche tenendo pulito il box con la cuccia”. Gli ospiti esterni possono usufruire di questa possibilità massimo per 6 mesi, eventualmente prorogabili, per gli ospiti dei dormitori il discorso è diverso: dipende dal progetto di vita di ognuno. Da quando il progetto è partito, le cucce sono praticamente sempre tutte occupate.
Ogni box (di metri 3,10 x 2,50) è fornito di tettoia, copertura impermeabile e rimovibile per il contenimento delle rigide temperature. All’interno, cucce in plastica rigida di varie misure. E se degli spazi ‘privati’ di ogni animale sono i padroni a doversene occupare, gli spazi comuni – un grande cortile adatto alla sgambamento – e le cucce vuote sono curate da un volontario, una persona senza dimora retribuita per 15 ore di lavoro settimanale.
Il Rifugio Notturno della Solidarietà è una struttura di accoglienza notturna per persone facenti parte della rete Grave Emarginazione Adulta che non offre solo 28 posti letto (21 per uomini, 7 per donne), ma anche un sostegno alla cura personale, i pasti caldi, ascolto e accompagnamento all’inserimento sociale e ai servizi dedicati. “Visti gli spazi a disposizione – si legge sul sito di Asp – abbiamo subito pensato di offrire un ulteriore servizio agli ospiti, accogliendo anche i loro cani. Lo step successivo è stato quello di aprirci anche al resto della cittadinanza, mettendo a disposizione un servizio oggi molto richiesto. La presenza di cittadini esterni potrebbe anche favorire la costruzione di relazioni significative e, magari, la collaborazione nel mantenimento dell’animale”.
Una volta al mese l’educatore responsabile del progetto riunisce gli ospiti coinvolti per discutere dell’andamento della turnistica, di eventuali problemi di gestione, di potenziali conflitti verificatesi con i proprietari dei cani e della manutenzione. Oltre alla cura del cane, il progetto pilota prevede un monitoraggio dell’aderenza progettuale da parte del proprietario dell’animale, che deve obbligatoriamente seguire il regolamento comunale di mantenimento degli animali domestici e le direttive Ausl. Infatti, in casi di maltrattamento e/o abbandono, infatti, la situazione sarà segnalata alle autorità competenti.
di Ambra Notari
24 Ottobre 2021
(Fonte sito “La difesa del popolo” Settimanale della diocesi di Padova)