Benessere degli animali a Roma, le associazioni sugli ultimi 5 anni: “Il programma di Raggi non è stato rispettato”

Il giudizio delle associazioni animaliste ed ecologiste sull’operato dell’amministrazione 5 stelle

Nel programma elettorale sottoscritto da Virginia Raggi nel 2016 c’era un capitolo espressamente dedicato ai “diritti ed alla tutela degli animali”. Secondo l’allora candidata Sindaca ”il sistema di gestione dei randagi e dei selvatici” nelle precedenti amministrazioni, era stato “inadeguato”. Per porvi rimedio la leader del M5s cittadino indicava una serie di “linee di azione” ed alcune “priorità d’intervento” che avrebbero consentito di portare a Roma “il cambiamento”.

Gli animali nel programma elettorale

Le promesse elettorali fissavano degli obiettivi in merito alle botticelle, al bioparco, ai circhi. Ma sono state rispettate? Non c’è dubbio che il Campidoglio si sia trovato a gestire anche delle sfide inedite, come quella relativa alla convivenza con i cinghiali. I loro avvistamenti erano iniziati durante l’amministrazione di Marino, ma sono esponenzialmente aumentati durante il mandato della Sindaca. La presenza di ungulati ha così finito per rappresentare un altro banco di prova per l’amministrazione. Una cartina di tornasole, certamente non la sola, per verificare se anche nella gestione degli animali ci sia stato il promesso cambiamento.

Cinghiali e rifiuti

“Roma è una città ricchissima sul piano della biodiversità, con tanti parchi e riserve che offrono alla città una grande varietà di specie animali – ha premesso Raniero Maggini, responsabile WWF di Roma e della Città Metropolitana –  Manca tuttavia una visione d’insieme da parte di chi amministra la capitale, cosa che ha conseguenze anche nel rapporto tra gli animali ed i cittadini. I cinghiali, ad esempio -ha spiegato Maggini – si stanno dimostrando una specie sin troppo confidente con l’essere umano. Ma perché ci sono? Anche gli animali più selvatici se trovano dei cassonetti stradali ricolmi di rifiuti, avranno la tendenza ad approfittarne”. Tra l’altro mantenere le strade pulite era uno dei compiti che il protocollo sottoscritto tra Comune, Regione ed ex Provincia assegnava proprio al Campidoglio. “Chiedere di tenere le strade pulite sembra ridondante, perché dovrebbe essere il minimo. Dopodiché, e torniamo alla visione d’insieme, se il Campidoglio avesse implementato il porta a porta, buona parte di questo problema sarebbe già stato risolto”.

Inerzia e burocrazia

Roma Capitale, nell’ambito dell’accordo sottoscritto con gli altri enti locali nel 2019, aveva ricevuto il compito di promuovere soluzioni alternative a quelle che, in ultima istanza, comportano la cattura e la macellazione dei cinghiali. Poteva farlo, com’è stato più volte sottolineato, puntando sull’individuazione delle oasi per ungulati. “Da questo punto di vista non é stato fatto nulla, perché il Comune non ha mai proposto niente” ha testimoniato Loredana Pronio, presidente di Federfida ed ex delegata al benessere animale in Campidoglio. “Io vorrei premettere che in Comune c’ è una burocrazia tale che scoraggia chiunque, anche chi magari parte con le migliori intenzioni”: Ciò detto, la valutazione dell’ex delegata capitolina sull’operato dei 5 stelle, non è tenero.

Un programma disatteso

“Il programma elettorale della sindaca è stato completamente disatteso” ha sottolineato Pronio. “Non è stato fatto niente. Penso ad esempio ai circhi con gli animali che dovevano essere disincentivati con apposito regolamento, ma anche alla mancata riconversione del Bioparco: doveva diventare una struttura destinata ad accogliere animali frutto di sequestri, potenziando il centro di recupero della fauna. Invece ci troviamo a festeggiare la nascita delle leoncine. Poi, restando al programma, vogliamo parlare delle botticelle?”.  In campagna elettorale era stato fissato l’obiettivo di abolirle. Veniva espressamente indicata l’intenzione di “vietare il servizio di trasporto a trazione animale sul territorio capitolino”. Invece  con il nuovo regolamento, la loro attività è stata consentita all’interno delle ville storiche e dei parchi cittadini. “Ma così facendo – ha sottolineato Pronio – si arriva al paradosso di far lavorare ancor di più i poveri cavalli, costretti a coprire distanze enormi dalle scuderie ai parchi”. 

Il regolamento sulle botticelle

E d’altra parte non c’è solo la presidente di Federfida a contestare il nuovo regolamento sulle botticelle. Per Riccardo Manca, vicepresidente degli Animalisti Italiani, “pur avendo avuto anni per redigerlo” il campidoglio si è limitato ad “approvare un documento poco puntuale” al punto da far intervenire il TAR, proprio in relazione alla distanza che i cavalli devono percorrere per raggiungere le aree verdi assegnate ai vetturini. Il giudizio degli Animalisti Italiani, sull’amministrazione cittadina, è in realtà lapidario. Per Riccardo Manca infatti “Il minimo comune denominatore del Comune di Roma nei confronti degli animali è uno solo: l’inganno”.

L’obiettivo rispettato

E’ tutto da cestinare quindi? No, sarebbe impietoso. Nel programma elettorale, tra gli obiettivi fissati dalla sindaca, c’era anche quello di “affidare la gestione di cani e gatti presenti all’interno delle strutture capitoline tramite bando di gara”. Un risultato che è stato raggiunto. Lo ha riconosciuto anche la presidente di Federfida: “I canili di Ponte Marconi e Muratella sono vecchi e necessitano di investimenti. Ma il lavoro fatto, in merito alla loro gestione – ha commentato Loredana Pronio – non è stato sbagliato”. Un punto a favore della sindaca. Sulla gestione dei cani e dei  gatti c’è poco da obiettare.

di Fabio Grilli

22 Maggio 2021

(Fonte RomaToday)