Buckingham Palace ha pubblicato una spettacolare foto del 1988, in cui il compianto duca è avvolto nella suggestiva migrazione della farfalla monarca, minacciata dal disboscamento in Messico: «Si è sempre battuto per la salvaguardia dell’ambiente»
Un paladino della natura, pioniere delle battaglie per l’ambiente. Buckingham Palace ricorda gli sforzi del compianto principe Filippo per la salvaguardia della pianeta e la conservazione dell’ecosistema, un impegno che ha trovato una sua forma istituzionale già nel lontano 1961: «Il duca di Edimburgo è stato tra i fondatori del WWF», si legge sui profili social della royal family. «Primo presidente della sezione UK, presidente internazionale per 15 anni e presidente emerito fino alla sua morte».
È stato coinvolto in tantissimi progetti per la tutela del pianeta, «dalla creazione di un’alleanza tra leader religiosi e ambientalisti al viaggio attraverso il Pacifico e l’Antartide per un’indagine sugli uccelli marini». Nel 1988, come dimostra la spettacolare foto pubblicata su Instagram, Filippo si è battuto per la difesa della farfalla monarca: questa particolare specie animale – minacciata della deforestazione e dai cambiamenti climatici – migra ogni anno dal Messico al Canada meridionale, e viceversa.
A rendere questa migrazione così eccezionale non sono soltanto i chilometri percorsi (oltre tremila), ma il fatto che lo stagionale viaggio andata/ritorno venga completato in ben quattro generazioni. Un fenomeno che aveva appunto catturato l’attenzione del principe consorte, preoccupato che il disboscamento e i pesticidi potessero mettere a rischio questo piccolo miracolo della natura: un timore rivelatosi fondato, considerato che anche un mese fa sono arrivati allarmanti report sulla farfalla monarca.
Insomma, il principe combatteva per la difesa dell’ambiente quando il tema non era ancora così centrale nell’agenda politica. «Nel corso di oltre 50 anni, gli sforzi di Sua Altezza Reale sono stati inestimabili», afferma Fulco Pratesi, presidente onorario di WWF Italia. «Ha promosso le questioni di conservazione ai più alti livelli governativi, sostenuto raccolte fondi e contribuito alla crescita della consapevolezza». Negli anni 70 fu anche protagonista di un’escursione al Parco Nazionale d’Abruzzo.
«Arrivò con un solo collaboratore e soggiornò con noi in un Motel Agip che preferì al lussuoso Grand Hotel», racconta Pratesi. «Durante una salita in montagna, riuscimmo miracolosamente a osservare due orsi marsicani e lui li riprese con una minuscola macchina fotografica. Nel 1995 venne a Roma e mi disse che se fosse stato distrutto il Colosseo, disponendo di disegni e rilievi, avremmo potuto in qualche modo ricostruirlo. Se si fosse estinto il rinoceronte indiano, nemmeno Dio avrebbe saputo rifarlo».
(Fonte VANITY FAIR)