Il giardino di Pia dove si scambiano i semi e la natura vive in pace

La scrittrice e traduttrice aveva ribadito l’importanza del ritorno alla terra anche per ritrovare il senso della comunità. Ora negli Orti di Via Padova a Milano le sementi anche rare sono a disposizione di tutti

Pia Pera con i suoi articoli e libri prima, poi creando quegli Orti di Pace che continuano a dare frutti anche dopo la sua scomparsa, ha gettato un seme che si è diffuso ormai in tutta Italia. Come lei scrisse per descrivere questo nuovo modo di intendere in modo sociale l’orto e il giardino, si tratta di «un luogo ideale per intrecciare tutta una serie di scambi con la natura, l’ambiente e la comunità, in uno spirito di servizio per chi avverta il desiderio di passare dalla voglia di fare al fare». E tra le iniziative che questa associazione, portata avanti adesso da Nadia Nicoletti, sta realizzando insieme agli altri suoi volontari vi è lo scambio dei semi.

Accanto, dunque, agli orti che spuntano nelle zone più complesse delle metropoli come ad esempio i Giardini di Via Padova a Milano, i giardini terapeutici e quelli didattici coltivati negli spazi scolastici, è possibile alimentare ed essere alimentati da questo flusso continuo di semenze che viaggiano per tutta la penisola, isole comprese, anche durante la pandemia. Orti di pace raccoglie i semi e li mette a disposizione di chi voglia impiantarli nel proprio appezzamento di terreno, piccolo o grande che sia, in aree pubbliche e private, incolte o rigogliose.

Pia Pera paragonò il giardino al «cuore pulsante d’eternità» che ha come sistole e diastole il ciclo delle stagioni. Cicerone sosteneva che fosse necessario possederne uno, oltre a una biblioteca, per essere felici nel corso della vita. Ecco dunque che l’attività incessante di divulgazione dell’ amore per il giardino della scrittrice di Lucca, nelle cui campagne si trova il giardino da lei curato personalmente, trova in questa forma di scambio un veicolo di socialità che non cessa nemmeno durante l’isolamento della pandemia attraverso questa forma vegetale-epistolare che può far arrivare molto prima quella primavera che tutti noi agogniamo.
28 dicembre 2020
(Fonte IL CORRIERE DELLA SERA)