ANIMALE ICONA
Affidato nel 1992 al Parco Natura Viva di Bussolengo dallo zoologo Gerald Durrell. «La specie che vive Madagascar è a rischio, ma lui ha procreato quattro generazioni»
di Paolo Virtuani
Il suo nome era Silver, come d’argento sembrava la sua morbida pelliccia bianca e nera. Viveva al Parco Natura Viva di Bussolengo, non lontano dal lago di Garda, donato dal grande naturalista britannico Gerald Durrell. Silver aveva 32 anni, era il più anziano lemure vari in Europa e aveva generato una discendenza di 81 individui lungo quattro generazioni. Apparteneva a una specie che vive solo in Madagascar ed è minacciata di estinzione per la frammentazione degli areali e la distruzione del loro habitat, la foresta pluviale tropicale della costa Est.
La testimonianza
«Sono cresciuto con i documentari di Piero Angela sugli animali girati da divulgatori come David Attenborough e Gerald Durrell», ricorda Cesare Avesani Zaborra, direttore scientifico del Parco Natura Viva. «Andai nell’isola di Jersey, dove Durrell aveva fondato un parco zoologico con una visione pionieristica e teneva dei corsi estivi per imparare le tecniche di allevamento delle specie minacciate di estinzione. Ero l’unico italiano — prosegue —, mi guardò negli occhi con il suo carisma infinito e mi disse che avevo una missione da compiere. Quando nel 1992 mi diede Silver, che all’epoca aveva 4 anni, fu un momento di grandissima emozione. Lui e una coppia di lemuri di un’altra specie che mi affidò sono stati la scintilla che ha trasformato il Parco in un centro per i lemuri minacciati, inserendolo in una rete internazionale di condivisione di esperienze e patrimoni genetici per la salvaguardia della specie».
La missione
Parchi natura e bioparchi («quest’ultima definizione mi piace poco», specifica Avesani Zaborra) non sono più gli zoo di stampo ottocentesco in cui gli animali esotici erano esibiti in condizioni vergognose per la meraviglia del pubblico come unico scopo. «Durrell concepiva lo zoo come un’Arca di Noè per la salvezza di specie che stavano scomparendo», dice. «E questa idea ha portato al risultato che 105 specie non più presenti in natura sarebbero scomparse del tutto dalla faccia della Terra se non fossero state salvate e fatte riprodurre in strutture come il Parco che dirigo». Un esempio? Il bisonte europeo, che è stato salvato grazie ai parchi natura e ora viene reintrodotto nelle foreste dove viveva tra Polonia e Bielorussia.
Gli habitat ridotti
«Ho imparato da Durrell che se l’uomo ha in sé un grande potenziale distruttivo, ha però anche un’enorme capacità di convertire la propria energia negativa in fattori positivi. In oltre 30 anni di attività ho cercato di mettere in pratica questo insegnamento». I lemuri vari sono animali difficili da osservare in natura: vivono sugli alberi a 25 metri d’altezza e scendono raramente a terra per evitare i predatori. I loro habitat sono stati distrutti per l’80% e popolano aree non più collegate tra loro. Il ridotto scambio genetico tra le varie popolazioni li espone al rischio di mutazioni recessive o di non riuscire più a far fronte a malattie. Sono animali quasi sacri per le popolazioni del Madagascar, che li considerano le reincarnazioni dei loro morti.
Le future generazioni
«Silver era un po’ il beniamino del parco, suscitava grande interesse tra i visitatori grazie all’empatia tipica dei primati. Esemplari come Silver meritano di vivere anche post mortem, per questo abbiamo creato una biobanca di tessuti e Dna per la conservazione dei genotipi per le future generazioni. E oggi mi sento di dire: grazie Silver, hai portato a termine la tua missione».
4 novembre 2020
(Fonte IL CORRIERE DELLA SERA)