A Dubai è in corso una vera e propria strage di cani e gatti randagi in vista dell’Expo, che la città degli Emirati Arabi ospiterà il prossimo anno (dopo il rinvio per via della pandemia). A denunciarlo solo gli animalisti: centinaia di animali stanno sparendo e i residenti che li nutrono, vengono puniti con multe salatissime.
“Secondo il governo rimuovere i randagi dalle strade porterà al Paese una reputazione di migliore efficienza”, si legge nella petizione lanciata online per salvare questi animali.
Negli Emirati Arabi Uniti ogni giorno vengono uccise dozzine di animali, una storia che ricorda molto la ‘pulizia’ che il Marocco sta facendo in vista dei Mondiali del 2026 e quella fatta a Sochi nelle Olimpiadi del 2014 e ancora agli Europei del 2012 in Ucraina.
Adesso, gli animali trovati per le strade di Dubai, ma anche di Abu Dhabi, siano essi randagi o domestici (ma trovati a girovagare), vengono raccolti dal comune e portati nei rifugi.
“Poiché c’è un problema di spazio in questi rifugi, molti animali vengono lasciati morire nel deserto sotto i 60 gradi senza acqua, ombra e cibo. Attualmente, circa 100mila gatti, decine di migliaia di cani ad Abu Dhabi e altrettanti a Dubai stanno cercando di sopravvivere in condizioni molto difficili”, si legge ancora.
Molti di questi randagi sono stati abbandonati per via della pandemia, quando inizialmente si era creato il panico tra chi sosteneva che cani e gatti potessero trasmettere il coronavirus. Con l’inizio dei preparativi di Expo questi animali sono in pericolo.
“Nell’ultima settimana sono stati uccisi più di 500 gatti e un gran numero di cani. ‘Street Cleaning’ continua ancora! In questo processo di raccolta, se c’era un animale domestico, il diritto di ucciderlo è stato dichiarato legale perché si trovava fuori”, si legge ancora.
Gli Emirati Arabi hanno un evidente problema di randagismo, nonostante nel 2008 il Ministero dei cambiamenti climatici e dell’ambiente ha reso l’abbandono degli animali domestici un reato punibile.