Pavia, liberati 38 cani da una stanza-prigione: vivevano chiusi e al buio – L’INTERVENTO DELL’ENPA

Trentotto cani di razza Breton vivevano segregati da mesi o anni in una villetta di Marcignago, nelle campagne a ovest di Pavia. La padrona, vedova, 60 anni, aveva sviluppato una sorta di ossessione incontrollata, accumulando decine di cani

Quando sono arrivati al rifugio dell’Enpa di San Genesio ed Uniti, nel Pavese, i cuccioli e i cani più giovani non riuscivano nemmeno a tenere gli occhi aperti. La luce, quella cosa sconosciuta dopo mesi di reclusione — per alcuni anni — in una stanza buia, metteva persino timore. Una storia triste di cui, fortunatamente, si può raccontare il lieto fine. Trentotto cani di razza Breton sono stati salvati dalla loro prigione, le quattro mura domestiche di una villetta di Marcignago, nelle campagne ad ovest di Pavia. La padrona, vedova sessantenne, che aveva sviluppato una sorta di ossessione, un accumulo compulsivo nei confronti delle povere bestiole che dice di amare, non era più riuscita ad avere il controllo della situazione. Le femmine non erano state sterilizzate, i cani si erano accoppiati più volte. Le cucciolate sempre più numerose, lo spazio era rimasto lo stesso ma mai all’aria aperta. Un caso noto da tempo in paese, tanto che Comune e Asl già cinque anni fa furono costretti ad intervenire portando via dieci cani.

Dall’esterno nessuno avrebbe potuto immaginare che là dentro, in quella casa ben tenuta, dietro le finestre con le tendine ricamate, ci fossero segregati trentotto cani che non avevano mai visto un prato verde o una pettorina per uscire a spasso. «Le guardie zoofile li hanno portati nel nostro rifugio dopo averli prelevati dal loro giaciglio — spiega Marco Pulvirenti, presidente di Enpa Pavia —. Molti sono in condizioni serie: hanno vissuto a contatto con i loro escrementi, hanno gli occhi coperti di mosche e la pelle irritata da gravi dermatiti. Dobbiamo visitarli uno ad uno e fare le analisi del sangue per una diagnosi precisa. Per alcune femmine, ad esempio, dobbiamo appurare se ci sia una gravidanza o si tratti di vermi. Un’emergenza che non pensavamo di dover affrontare».

Nel rifugio di San Genesio, dove già dimoravano 180 cani, la famiglia si è allargata all’improvviso. I piccoli Breton, nonostante il box sia spazioso, restano ammassati uno sopra l’altro, come accadeva a casa. I più grandi, invece, si affacciano alla porticina della cuccia, ma alla vista della luce indietreggiano impauriti. Volontari e veterinari hanno subito risposto all’appello, e sono arrivati in soccorso. Claudia Rocchini, una delle volontarie che si occuperà grazie al suo lavoro da fotografa di immortalare i cani per incentivarne l’adozione, controlla i più piccoli: «Sembrano cuccioli, ma in realtà alcuni non sono cresciuti perché malnutriti, mentre altri sono affetti da nanismo per via delle continue riproduzioni tra consanguinei». Domani, Enpa, Comune di Marcignago e Asl saranno al tavolo per discutere del caso: «Eravamo già intervenuti in passato, la signora va aiutata — spiega il sindaco di Marcignago, Lorenzo Barbieri —. Ora dovremo sostenere notevoli spese sanitarie per i cani presi in cura da Enpa». Intanto, proprio dal rifugio pavese, è partita la gara di solidarietà: «Servono circa 4 mila euro per vaccini, medicazioni, cibo monoproteico, cucce e medicinali, soprattutto Cardotek — questo l’appello dell’Enpa di Pavia —. I cani torneranno in ottima salute e saranno pronti per essere affidati, ma occorre il lavoro di tutti quei veterinari volontari che vorranno sostenerci».

Chi volesse donare: Iban IT83G0306909606100000015963 Enpa Pavia, o direttamente al rifugio Enpa di San Genesio ed Uniti, strada per Mirabello, 6.

(Fonte IL CORRIERE DELLA SERA – Cronaca di Milano)