Bolzano, aquila uccisa nel nido. Gli ambientalisti: “Eliminati tre esemplari con un solo colpo”

Il rapace ucciso con un colpo di fucile mentre covava. Lac e WWF Alto Adige: “Individuare il responsabile”

 

di GAIA SCORZA BARCELLONA

 

Un’aquila reale è stata uccisa con un colpo di fucile mentre covava nel nido. E’ accaduto il 16 maggio nella Valle Aurina, sopra Gais, in Alto Adige, dove la stagione della caccia è partita l’8 maggio. Ora gli ambientalisti insorgono chiedendo che venga identificato il responsabile. La denuncia arriva dell’associazione no profit Naturtreff Eisvogel, che arriva a proporre una ricompensa per chi riuscirà a trovare il colpevole che ha schiacciato il grilletto. Assieme al rapace, trapassato dal proiettile, anche due uova della cova pronta a schiudersi sono state sacrificate. Le foto condivise su Facebook mostrano lo scempio.

Wwf Trentino ha condannato il gesto che dimostra “l’incapacità dell’uomo di rispettare la natura” e ora a anche la Lega per l’Abolizione della Caccia (Lac) del Trentino Alto Adige insieme al Wwf di Bolzano alzano la voce ricordando che un episodio analogo era già accaduto nel 2018 in Val d’Ultimo. Ma questa volta il bilancio è persino peggiore: “Con una sola fucilata il soggetto ancora ignoto ha eliminato tre aquile”, scrivono in comunicato stampa.

“Se l’autore è un cacciatore – si legge nel post dell’associazione a firma di Florian Reichegger – il suo comportamento ha screditato l’intera comunità di cacciatori. Coloro che coprono un simile atto non sono migliori di questo miserabile bracconiere!”. La Naturtreff Eisvolgel ha messo a disposizione mille euro, lanciando un appello alla coscienza di tutti per poter individuare il responsabile.

Che si tratti di bracconaggio o di un gesto efferato fatto per puro divertimento, poco importa. Il gesto è stato bollato come “intollerabile” anche da Günther Rabensteiner, presidente dell’Associazione Cacciatori Alto Adige. Ma si cominciano a contare diversi casi a danno della specie protetta in Italia. A Montefortino (Fermo), nelle Marche, pochi giorni fa è stata presa di mira un’aquila reale uccisa con quattro pallini nel Parco dei Monti Sibillini. Era un maschio delle cinque coppie che popolano l’area protetta, in questo periodo pronte a nidificare.

L’aquila reale (Aquila chrysaetos), che in libertà raggiunge i 15-20 anni di vita, è presente sulle Alpi e sugli Appennini in un numero esiguo: si contano circa 700 coppie, uno stato di conservazione che la Lipu Onlus (Lega italiana protezione uccelli) classifica come “inadeguato, a causa della contrazione e riduzione dell’habitat. L’uccisione anche di un solo esemplare, oltre che essere inaccettabile di per sé, può avere dunque gravi ripercussioni sulla conservazione di questo splendido rapace”. 

8 giugno 2020

(Fonte La Repubblica)