Ispra. Il 2017 è stato il secondo anno più secco dal 1961

Dopo il 2001, il 2017 in Italia è stato il secondo anno tra i più “secchi” dell’intera serie calcolata dal 1961. 7,2 milioni persone a rischio per il dissesto del suolo

Dopo il 2001, il 2017 in Italia è stato il secondo anno tra i più “secchi” dell’intera serie calcolata dal 1961. Lo indica l’Annuario dell’Ispra nella sezione Clima e Inquinamento atmosferico. La quantità di piogge caduta in media nel 2017 è stata del 22% inferiore alla norma, mentre l’anomalia della temperatura media in Italia è stata di +1,30 gradi centigradi, superiore di 0.1 a quella mondiale (che ha segnato +1,20 gradi).

Positivi invece i dati sulle emissioni totali di gas serra diminuite del 17,5% dal 1990 al 2016. Il valore limite giornaliero (50 microgrammi per metro cubo da non superare più di 35 volte per anno) di polveri sottili PM10 nel 2017 non è stato rispettato però nel 31% delle stazioni di rilievo. In totale dal 1990 al 2016 le emissioni nazionali di particolato atmosferico PM10 sono in diminuzione del 33,7% e le emissioni complessive di ossidi di zolfo, ossidi di azoto e ammoniaca sono in calo del -66,8%.

Ispra, 7,2 milioni persone a rischio per il dissesto del suolo
Secondo l’Ispra in Italia, oltre 6 milioni di abitanti risiedono in aree ad elevato e medio rischio di alluvioni mentre la popolazione a rischio frane, se si considerano le due classi a maggiore pericolosità (elevata e molto elevata), è pari a oltre 1,2 milioni di abitanti.
Dalla banca dati relativa al dissesto idrogeologico emerge che nel 2017 ci sono state 172 frane importanti che hanno causato in totale 5 vittime, 31 feriti e danni prevalentemente alla rete stradale, eventi distribuiti in particolare nelle regioni Abruzzo, Campania, Sicilia, Trentino-Alto Adige, Lombardia e Marche. Quanto ai terremoti, nel 2017 quattro eventi hanno raggiunto e superato magnitudo 5, tutti avvenuti il 18 gennaio, con epicentri in provincia de L’Aquila. Quelli di magnitudo pari o superiore a 4 sono stati 16, di cui 13 nel Centro Italia.

Quasi 3.200 alieni minacciano biodiversità in Italia
Sempre secondo l’annuario sono 3.182 “gli alieni”, cioè le specie alloctone introdotte in Italia e potenzialmente invasive, che possono cioè minacciare la biodiversità. La fauna in Italia conta oltre 60.000 entità e la flora 8.195 entità di piante vascolari e 3.873 entità non vascolari. Particolarmente minacciato il 42% delle 202 specie tutelate dalla Direttiva Habitat.

Per valorizzare la biodiversità in Italia, l’Ispra fa un confronto con l’Europa e per quanto riguarda la fauna, tra gli insetti, gli Ortotteri (grilli e cavallette) sono circa il triplo di quelli della Polonia, il decuplo della Gran Bretagna e della Norvegia e oltre 150 volte quelli dell’Islanda e il numero di specie dei Lepidotteri (farfalle) è più del doppio di quello della Gran Bretagna. Resta alto il livello di minaccia, avverte l’Istituto di ricerca e protezione: 120 specie di vertebrati terrestri sono minacciate per la perdita e la degradazione di habitat, in particolare gli anfibi (36%) e i pesci ossei di acqua dolce (48%). L’Ispra rileva che più dell’89% delle acque costiere di balneazione è in classe eccellente nel quinquennio 2014-2017 ma un’alga tossica, la Ostreoptis ovata, è stata riscontrata nei mari di 10 regioni costiere nel 2017 esclusi Abruzzo, Emilia-Romagna e Veneto.

19 marzo 2019

(Fonte Avvenire)