I cambiamenti climatici hanno desertificato alcune zone del Botswana costringendo gli elefanti a migrare e ad ampliare il loro raggio naturale per trovare cibo e acqua, finendo per scontrarsi con le popolazioni rurali
Il governo progetta di eliminare il bando introdotto quattro anni fa: «Il numero degli animali sta mettendo a rischio ecosistema e convivenza con l’uomo»
LORENZO SIMONCELLI
CITTÀ DEL CAPO
Il governo del Botswana sta considerando l’ipotesi di permettere nuovamente la caccia agli elefanti attraverso l’«abbattimento selettivo» per garantire un maggiore «equilibrio nell’ecosistema». Insomma, in Botswana gli elefanti sono diventati troppi.
Complici diversi fattori, tra cui il cambiamento climatico e la crescita del numero di esemplari, gli elefanti hanno cominciato ad ampliare il loro «spazio vitale», finendo per scontrarsi sempre più spesso con le popolazioni rurali, anche queste in crescita e sempre più bisognose di terre; senza contare la spinta a migrare proveniente dallo sviluppo infrastrutturale.
La decisione del governo, secondo quanto riportato dalla Bbc, sarebbe in linea con quanto emerso dopo una serie di incontri nel Paese con numerosi esponenti della società civile. Nel documento ufficiale si legge anche che, la carne degli elefanti uccisi, dovrebbe poi «essere lavorata ed inscatolata per essere venduta come cibo per animali domestici». Dopo mesi di discussioni e incontri pubblici, il rapporto del consiglio dei ministri raccomandato, tra l’altro, oltre la revoca del bando, una riduzione delle rotte migratorie sicure usate dagli animali.
L’ex presidente del Paese, Ian Khama, nel 2014, aveva vietato qualsiasi forma di caccia agli elefanti. Una misura quadriennale che ha permesso ad uno dei mammiferi più ricercati dai cacciatori di frodo per le sue zanne, di raggiungere le 130mila unità, trasformando il Botswana in un paradiso per questo animale in via d’estinzione. Grazie a questa decisione anche il turismo ne ha beneficiato con un incremento delle visite internazionali.
Il boom del turismo
Il turismo di alto livello, dopo l’industria mineraria con i famosi diamanti della DeBeers, è la voce più importante per il Pil nazionale, e la decisione di permettere la caccia agli elefanti potrebbe spingere numerose agenzie a cambiare destinazione.
Il nuovo Presidente, Mokgweetsi Masisi, ha rassicurato il Paese affermando che, prima di trasformare il rapporto in legge, si terranno altre consultazioni, anche se la rotta sembra delineata e difficilmente ci sarà un dietrofront.
Tra i beneficiari di questa decisione ci sarebbero gli abitanti del remoto nord del Paese, che accusano il Governo di aver perso ettari di terra e raccolti a causa dell’avanzata degli elefanti, in grado di distruggere piantagioni e proprietà con il loro peso. «Con la diminuzione delle piogge – commenta Otisitwe Tiroyamodimo, direttore del Dipartimento dei Parchi nazionali del Paese – la vegetazione ha iniziato a deteriorarsi e gli elefanti sono migrati al di fuori del loro raggio naturale per trovare cibo e acqua. Il numero di questi animali è in aumento ma di pari passo anche gli abitanti del Botswana sono in aumento e di conseguenza cresce la richiesta di terre da parte della popolazione». Favorevoli anche tutti coloro che lavoravano nel settore della caccia regolamentata e che, dal 2014, sono disoccupati.
Ad ottobre ci saranno le elezioni ed il nuovo Presidente, in questi mesi che mancano prima del voto, dovrà riuscire a fare l’equilibrista per non scontentare la popolazione che vive nel Nord, più prossima alla convivenza con gli elefanti e, quindi, propensa ad una riduzione del loro numero per non avere i propri business agricoli distrutti ed, invece, i tour operator della capitale Gaborone che considerano gli elefanti un asset strategico per attrarre turisti.
Pubblicato il 23/02/2019
(Fonte La Stampa)