Questi fenomeni portano all’aumento delle allergie e della loro gravità e a riacutizzazioni asmatiche. Se ne è discusso a Roma durante il XXVII Congresso nazionale della Società italiana per le malattie respiratorie infantili
L’inquinamento colpisce molti organi, influendo sul sistema cardiovascolare ma anche su diabete, su problemi neurologici, nonché su basso peso alla nascita e sulle nascite premature. Ma la salute respiratoria può risentirne particolarmente con lo sviluppo di asma e di malattie allergiche. “È stato dimostrato – spiega La Grutta – che l’incremento di CO2 è in grado di determinare una maggiore allergenicità del polline di ambrosia e, di conseguenza, un’alterazione nella prevalenza e severità delle allergie stagionali. È stato anche osservato che il raddoppio della concentrazione atmosferica di CO2 potenzia la produzione di polline da ambrosia del 61 % per ogni pianta. Inoltre, il polline di ambrosia raccolto lungo le strade di grande traffico mostra una maggiore allergenicità, rispetto al polline raccolto in aree extraurbane”.
Gli effetti dei cambiamenti climatici
I cambiamenti climatici, insieme all’esposizione agli inquinanti chimici atmosferici (polveri e gas), stanno dimostrando di essere responsabili di riacutizzazioni asmatiche. “Tra gli inquinanti chimici ad effetto irritativo sulle vie aeree c’è l’ozono, la cui inalazione è stata associata con un’alterazione della funzionalità polmonare ed un incremento dell’iperreattività delle vie bronchiali”. Infine, complessivamente, “l’inquinamento atmosferico svolge un ruolo che favorisce l’infiammazione nelle vie aeree di pazienti predisposti. L’inquinamento da ozono, particolato e derivato incombusto di diesel oltre che da biossido di azoto e anidride solforosa – conclude La Grutta – aumenta la permeabilità della mucosa dell’apparato respiratorio, facilita la penetrazione di allergeni e causa interazione con le cellule del sistema immunitario”.
di Redazione
(Fonte Skytg24)
23 Settembre 2023