Luca Liverani, nel Ravennate, racconta le ore dell’alluvione
“La prima preoccupazione è la vita delle persone, dei familiari, dei dipendenti e dei vicini.
Mia moglie Sofia e mio figlio Tommaso, di appena 24 giorni, sono al sicuro in provincia di Ferrara. Io sono rimasto nell’azienda di famiglia, a lottare contro l’arrivo dell’acqua.
Non abbiamo voluto evacuare per restare vicini agli animali. Era impossibile spostare 550 capi, di cui 200 vacche in mungitura. Ci siamo barricati letteralmente. Abbiamo alzato un barriera di circa un metro tutto intorno alla stalla con il letame vecchio e pesante, quindi resistente. Ci siamo detti: ‘Dobbiamo mandare via l’acqua non gli animali’ “.
A raccontarlo è Luca Liverani, classe ’84, che gestisce l’azienda di famiglia con due cugini, Mirko e Dennis, e lo zio Angelo. Si trovano sul canale di scolo di Fossovetro, e poco distante c’è l’imboccatura con Fossovecchio. Qui, in fila, sull’argine, le pompe lavorano a pieno ritmo, sotto il rombo dei motori dei trattori. Ma è stato allestito anche un gazebo dove è possibile trovare cibo e bevande per un po’ di ristoro. “Per fortuna l’acqua ci ha raggiunto piano piano, non ci ha invaso di colpo e si è fermata a pochi metri dalla stalla. Di fronte c’è un campo di erba medica, sembra intatto ma è tutta acqua. Non c’è stata la rottura dell’argine e questo ci ha permesso di azionare le pompe. Ce ne sono 12 attive 24 ore al giorno che servono noi e altri agricoltori della zona, tutte frutto di donazione collettiva. Ci avevano promesso che avrebbero portato delle idrovore ma non mai arrivate – dice Luca Liverani all’ANSA – e ci stiamo autogestendo”.
Barricate anche contro i muri delle abitazioni. “Dopo tre anni di lavori ero entrato nella nuova casa da appena tre mesi, non potevo pensare di perdere tutto”. Il resto dell’azienda Liverani, come una decina di altre aziende di Conventello, alle porte di Ravenna, è tutta sott’acqua. “Praticamente tutto il mais è sommerso e stiamo cercando di prosciugare il campo nel più breve tempo possibile anche se sotto crediamo non sia rimasto più nulla. L’acqua ha coperto anche i campi di erba medica per l’allevamento e il nostro vigneto”, continua Luca Liverani, tra i soci Coldiretti.
Le mucche invece sono al di là della barriera, salve.
Ci vorrà ancora tempo, però, per togliere l’acqua dai campi, almeno altri 7-10 giorni di pompaggio. “Per le 12 pompe consumiamo 20 quintali di gasolio al giorno per un costo di 2.300 euro. Ma la solidarietà è tanta. Stamane un consorzio agrario ci ha fornito di 300 litri di gasolio”. “La scorsa notte siamo accorsi alle 2,30 perchè l’acqua si era alzata e un trattore rischiava di venire giù”. Ma non è solo gara di vicinanza per mettere in moto i macchinari.
A livello umano, aiutarsi a vicenda, dalle grandi alle piccole cose, fa tanto. “Quando tutti ti aiutano – dice l’imprenditore agricolo – allora arriva la speranza. Ti dà la forza di provarci, di volerti risollevare. C’è chi porta da bere, chi fa da mangiare. Ieri ero molto scoraggiato. Ma quando penso a questa forte unità riesco a trovare il coraggio di continuare a lottare”.
ROMA