Il WWF contro il camping di lusso da costruire nei boschi che sono diventati una casa per gli orsi: “Ci dobbiamo preparare a squadre di forestali intente ad allontanare i plantigradi che inevitabilmente saranno attratti dal cibo?”
CAVEDAGO. Recentemente il Consiglio comunale di Cavedago ha dato il via libera all’iter che porterà alla costruzione di un camping a 5 stelle, con tanto di case sugli alberi. La zona scelta è un terreno di circa 8 ettari in località Priori, adiacente al ristorante “Tana dell’Ermellino”. L’operazione porterà nelle casse del Comune all’incirca 4 milioni di euro, al tempo stesso però, a poche decine di metri dai confini del Parco Naturale Adamello Brenta, sorgerà una struttura che dovrà ospitare non meno di un migliaio di persone.
Il progetto però non piace al WWF. “L’idea – spiegano – è quella di costruire un campeggio per ricchi aperto per almeno 10 mesi l’anno. Dall’ultimo censimento risulta che a Cavedago ci siano 563 abitanti, in pratica con l’apertura del camping la sua popolazione triplicherà improvvisamente”. Dall’associazione si domandano come questo progetto possa essere sostenibile, a partire dallo smaltimento delle acque reflue e dei rifiuti fino alla viabilità che risulterà ingolfata.
“Pubblicizzare la sostenibilità di un’iniziativa semplicemente alzandola a qualche metro da terra, costruendo case sugli alberi, non fa sì che un progetto in tutta evidenza altamente impattante diventi qualcosa di diverso”. Inoltre, fa notare l’associazione ambientalista, non troppo tempo fa l’Apt locale (Azienda per il turismo) aveva presentato un progetto per immaginare un diverso futuro turistico per l’Altopiano della Paganella con l’impegno a ragionare in termini di valore: “Non ci baseremo più sul volume (numero di arrivi e di partenze), ma privilegeremo la qualità dell’esperienza del turista – si leggeva nella carta dei valori – assicurandoci che il turismo evolva in modo sostenibile”.
In buona sostanza secondo il WWF questo luogo non è per nulla adatto alla costruzione di un camping. “Ci si accontenta di un’immaginazione pigra, che si rivolge a schemi imprenditoriali del passato cercando vanamente di applicarli ovunque senza considerare specificità, particolarità e opportunità che da queste derivano”. La presenza stessa degli orsi per esempio alimenta diverse forme di turismo, più sostenibili e comunque remunerative per la zona. “Le immediate ricadute economiche – concludono gli attivisti – non possono essere eterna giustificazione dell’inadeguatezza delle proprie idee alle sfide odierne, troppo spesso si vive il presente nella consapevolezza che i problemi dei nostri progetti attuali cadranno in futuro sulle spalle di altri”.
di Redazione
21 Gennaio 2023
(Fonte IL DOLOMITI)