Domenica in Svizzera gli elettori sono chiamati, tramite il voto di un referendum, a decidere se vietare gli allevamenti intensivi nell’ottica di rafforzare ulteriormente le rigide leggi sul benessere degli animali.
La proposta vuole rendere un requisito costituzionale la tutela della dignità degli animali da allevamento come bovini, polli e suini. Il governo dovrebbe stabilire regole più severe per la cura degli animali, compreso il dare loro accesso all’aria aperta e sulle modalità di macellazione.
I requisiti riguarderebbero anche gli animali e i prodotti animali importati. Il governo si è opposto alla proposta, affermando che tali modifiche violerebbero gli accordi commerciali, aumenterebbero i costi di investimento e operativi e aumenterebbero i prezzi dei generi alimentari.
«La Svizzera ha già le leggi sulla protezione degli animali più severe che esistano, ma dico sempre che possiamo fare ancora meglio e dovremmo fare di meglio», ha affermato Alexandra Gavilano, esperta di cibo sostenibile per Greenpeace Svizzera. Ciò ha avuto poco peso per Daniel Wuergler, co-proprietario dell’allevamento di pollame Gallipool Frasses, che ha detto che sarebbe stato costretto a ridurre il numero dei suoi animai in base al risultato del referendum. «Che io abbia 2.000 galline ovaiole o 18.000, posso essere un buon allevatore o un cattivo allevatore. Quindi per me questa iniziativa è totalmente inutile – ha detto – . Se l’iniziativa passasse, ci sarebbe permesso mettere 2.000 galline ovaiole in questo edificio. Facendo i conti, non sarà possibile rendere redditizi i nostri investimenti».
Un sondaggio di questo mese ha rilevato che i sostenitori delle misure a favore degli animali erano leggermente avanti, ma gli oppositori stavano guadagnando terreno. «Penso che dobbiamo aiutare gli agricoltori che stanno facendo l’agricoltura industriale a riconvertirsi per fare un’agricoltura più rispettosa. Sono d’accordo se usano le mie tasse per sostenere gli agricoltori perché queste riconversioni costeranno un sacco di soldi – ha detto Bernard Zumthor, residente a Ginevra – . Se vogliamo salvare il pianeta, dobbiamo essere autosufficienti, ognuno di noi». Pedro Simko, residente a Ginevra, ha detto che voterà “no”: «Rispetto le opinioni del governo e mi hanno raccomandato di votare ‘no’, dicendo che l’iniziativa è un po’ eccessiva, un po’ estrema, quindi lo capisco».
di Redazione
23 Settembre 2022
(Fonte LA STAMPA|LaZampa.it)