L’iniziativa di LIPU-BRIDLIFE ITALIA
Al via la campagna internazionale contro le catture accidentali durante la pesca professionale che causano la morte di 130 specie tra volatili e fauna marina
Il fenomeno è ben noto e sono da tempo conosciute alcune soluzioni tecniche che potrebbero almeno mitigare gli effetti negativi della pesca su vasta scala. Ma non vengono applicate o lo sono solo in minima parte. Per questo Lipu-BirdLife Italia ha deciso di lanciare la campagna #stopbycatch per raccogliere dati sul fenomeno e chiedere l’applicazione delle misure che permettano di ridurre e in prospettiva azzerare gli impatti sulle specie marine vulnerabili. L’inziativa, che in Italia ha come partner anche il Wwf, rientra in un progetto internazionale avviato nel 2017 , finanziato dalla fondazione Mava e coordinato da BirdLife Europe e Central Asia che coinvolge cinque Paesi che si affacciano sul Mediterraneo: oltre all’Italia partecipano Marocco, Tunisia, Turchia e Croazia.
Ma le catture accidentali possono essere evitate? La risposta, secondo Lipu, è affermativa. È possibile per esempio ricorrere a funi «scaccia uccelli» che riducono le perdite tra i volatili, che si tuffano tra le reti per catturare i pesci intrappolati o che puntano direttamente alle esce attaccati agli ami dei palamiti. Oppure si possono utilizzare ami circolari nei palangari in sostituzione di quelli tradizionali a forma di «J», che riducono le catture accidentali di tartarughe marine e la mortalità di retta di squali e razze. Nel caso delle reti a strascico il bycatch di tartarughe, squali e altre specie di dimensioni significative può essere evitato con l’adozione di griglie di esclusione, che di fatto operano una sorta di «selezione all’ingresso», bloccando gli animali più grossi prima che si infilino nelle maglie strette . Insomma, la tecnologia e qualche accorgimento (per esempio anche la calata dei palangari di notte, quando gli uccelli sono meno attivi) oggi possono andare in aiuto della fauna marina. Serve però la volontà politica di rendere queste buone pratiche non un’opzione ma una regola. La campagna internazionale che inizia oggi punta proprio a questo: diffondere una pesca sempre più responsabile, raccogliere dati e informazioni sullo stato dell’arte e indirizzare le scelte dei governi.