“L’ecopark non c’è più”. Questo, il grido disperato lanciato poco fa sulle pagine social del Feldman Ecopark dal direttore dello zoo, Kyrylo Trantin. La struttura di Kharkiv, città della regione della Sloboda ucraina non distante da Kiev, già oggetto di bombardamenti nei giorni scorsi, è tornata ad essere sotto attacco.
«Rischio fuga, costretti a uccidere i predatori»
“Ieri e oggi, ha detto, l’Ecopark è stato sopposto nuovamente a pesanti bombardamenti che hanno distrutto infrastrutture e buona parte dei recinti degli animali”. Fortunatamente risultano ancora integre le recinzioni delle aree dedicate ai grandi predatori dove tigri e leoni terrorizzati, almeno per il momento, sono sopravvissuti. Sì perché la loro vita, sembra essere più che mai legata a un filo. “I loro recinti, ha spiegato il direttore, sono ancora miracolosamente intatti ma un altro bombardamento potrebbe liberarli. Orsi, tigri e leoni, già pazzi di paura, potrebbero riuscire a fuggire riversandosi in città o nei villaggi vicini”.
Una drammatica possibilità che richiede interventi urgenti che, ad oggi e nonostante l’impegno del personale specializzato dello zoo rimasto sul campo, non sembrano possibili. “Ci stiamo attrezzando per cercare di spostare gli animali in alloggi temporanei nella regione di Chutovo Poltava. Una soluzione che, purtroppo, non sarà possibile per tutti”. Da qui la tragica ipotesi dell’abbattimento attraverso l’eutanasia. “Parlare di eutanasia, ha sottolineato Trantin, è estremamente doloroso ma, in questo momento, la priorità è la vita delle persone”. Così, mentre si attendono sviluppi e si spera in una tregua che possa salvare il salvabile, il direttore del parco è tornato a chiedere aiuto. “Stiamo cercando di fare il possibile per salvare gli animali, ha tenuto a precisare, ma abbiamo bisogno di tutto il vostro sostegno”.