Tutela animali in Costituzione: «Non restino solo parole»

Sara Turetta presidente e fondatrice di Save the Dog commenta la riforma costituzionale appena approvata e invita a tenere i piedi per terra: «Un passo importante ma serve un cambio e un aggiornamento conseguente delle normative esistenti a partire dalla revisione della 281/91 sulla gestione del randagismo»

Dopo l’approvazione definitiva da parte della Camera dei deputati del disegno di legge che introduce la tutela dell’ambiente e della biodiversità nella Costituzione (vedi news ) il mondo dell’associazionismo ambientalista e animalista ha gridato alla “svolta storica”, a una giornata che segna la vittoria delle istanze animaliste, della biodiversità e in generale dell’ambiente.
Da parte di Sara Turetta, fondatrice e presidente di Save the Dog and other Animals, onlus che dal 2002 punta a migliorare il benessere degli animali e delle comunità operando in particolare nel campo del randagismo e tutelando gli animali sia in Italia sia all’estero, invita a «tenere i piedi per terra».

«Al netto del trionfalismo di molto associazionismo animalista per noi di Save the Dog questo inserimento in Costituzione della tutela degli animali è un passo importante, un segnale», spiega Turetta. «Ma io vedo un problema: se le leggi non sono conseguenti ai principi rischiamo di avere solo delle belle parole. Pensiamo ad esempio alle dichiarazioni dell’Onu sui diritti dell’uomo e sui diritti dell’infanzia…. Per non parlare dell’articolo 13 del Trattato di Lisbona che riconosce gli animali come esseri senzienti».

Nel senso che a questo trattato europeo entrato in vigore nel dicembre del 2007 non sono seguiti fatti? «Basta vedere le decisione europee sui test sugli animali, come UE continuiamo a mandare animali da reddito in Medio Oriente per essere macellati e che dire dello stress che subiscono maiali o vitelli trasportati su gomma per km e km per dire che non è cambiato molto. Le dichiarazioni di principio vanno benissimo, ma devono seguire azioni concrete».

Turetta dopo l’inserimento della tutela degli animali in Costituzione si aspetta che «il Governo e il Parlamento facciano seguire atti concreti. Il primo potrebbe essere la revisione della 281/91 per la gestione del randagismo, ma anche un inasprimento delle pene legate al maltrattamento, all’abuso e all’uccisione degli animali. Nel codice penale le pene previste ora sono molto blande».

Un ultimo pensiero è rivolto ai cosiddetti animali da reddito: suini, pollame, vacche da latte «ora l’Italia potrebbe intervenire sull’allevamento intensivo e sul trasporto su gomma senza aspettare l’Europa. Credo che in questo campo dei cambiamenti legislativi siano urgenti».

(Fonte www.VITA.it)

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