I banchi di scuola in disuso diventano cucce per animali senza tetto: a Bari l’idea di tre ragazzi contro il randagismo

Angelica Del Vecchio, Giacomo Dionisio e Maurizio Di Luzio hanno dato vita all’associazione Scarti: l’obiettivo è produrre centinaia di casette per cani e gatti 

L’arte del riciclo creativo è già nobile. Ancor di più se aiuta gli animali senza un tetto. Da questa “combo” nasce l’idea di tre giovani baresi che hanno dato vita all’associazione Scarti: recuperare banchi malandati che le scuole non utilizzano più e, con il legno, costruire cucce per cani e gatti randagi. Centinaia, da donare alle associazioni e alle colonie feline della città.

Il progetto è di Angelica Del Vecchio, artista e grafica ventiduenne, Giacomo Dionisio (23 anni) e Maurizio Di Luzio (32 anni), entrambi artigiani. Tutto è cominciato tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021. “Frequentiamo il laboratorio d’artigianato di Spazio 13 – racconta la presidente Angelica – e conosciamo le collaboratrici scolastiche del liceo Bianchi-Dottula, lì vicino. Ci dissero che avevano alcuni banchi, non sapevano che farsene e ci domandarono se eravamo interessati a recuperarli. Erano sostanzialmente in buono stato, il legno si poteva riutilizzare nonostante fossero rotti e quindi non si potessero più tenere nelle aule”.

E improvvisamente è venuta in mente l’idea delle cucce: “Non sapevamo come trasformarli e l’idea è venuta parlando tra noi. Abbiamo letto diversi articoli che affrontavano il tema del randagismo, grande problema in Italia, e allora abbiamo pensato di aiutare gli animali che non hanno una casa e che vivono nei canili o nelle colonie feline”.

Il trio ha partecipato al bando regionale Pin, a febbraio dello scorso anno, e ad aprile ha scoperto di aver vinto il finanziamento. E hanno iniziato a progettare il futuro. A ottobre hanno avviato l’associazione Scarti: sino a ora hanno raccolto quasi cinquecento banchi in disuso – anche da altre scuole come la Tommaso Fiore – conservati sempre a Spazio 13, dove operano. Ma non bastano: ne servono almeno altri cento. E in più ritirano scarti ottenuti dalla lavorazione dei parquet e altri mobili usati. L’obiettivo è produrre qualche centinaio di cucce. Ma serve tempo.

“Per il momento siamo ancora in fase di progettazione – aggiunge la presidente – cioè stiamo cercando un modo per realizzare un prodotto allo stesso tempo bello, che si differenzi dagli altri, e che sia anche accogliente per l’animale. Ed è difficile perché si parla sempre di materiali di scarto, anche pesanti: dobbiamo alleggerire il tutto”. Gli artigiani comunque hanno già realizzato un prototipo che unisce legno, scarti di parquet e tessuto. Dai banchi viene eliminata la struttura in ferro, poi il legno viene ripulito dalle gomme masticate e attaccate, dalle scritte e vengono tagliati i bordi per rendere più facile la lavorazione. E poi si assembla. “Ora sperimentiamo le diverse soluzioni”.

La produzione vera e propria dovrebbe cominciare entro due o tre mesi, conclusa questa fase di sperimentazione. “Stiamo già contattando responsabili di onlus che si occupano di aiutare animali e ne sentiremo altri. Vorremmo donare le cucce anche alle colonie feline che per esempio vivono nei giardini delle scuole”. Alcune potrebbero essere vendute ai cittadini per sostenere il progetto e l’associazione. “È davvero importante perché gli animali che hanno bisogno di una casa sono davvero tanti e vorremmo continuare a sensibilizzare i baresi su questo tema”.

03 Febbraio 2022

(Fonte LA REPUBBLICA)