D’ora in poi, il divieto introdotto andrà a modificare la legge regionale del Lazio n. 34 del 1997:«Tutela degli animali di affezione e prevenzione del randagismo». «Unica eccezione – specifica l’Oipa in una nota – è la possibilità di limitare la libertà degli animali per motivi di salute, come per esempio a seguito di un intervento chirurgico, condizione che dovrà essere certificata da un medico veterinario che attesti la diagnosi e la durata del trattamento. L’Oipa chiede da tempo l’introduzione divieto anche a livello nazionale». «Finalmente anche la Regione Lazio ha introdotto questo divieto, come già fatto da Campania, Veneto, Puglia, Umbria, Lombardia ed Emilia Romagna – commenta Rita Corboli, delegata Oipa di Roma – Quella dei cani legati a catena è una pratica crudele che, come abbiamo visto nei roghi di questa estate, ha causato la morte di molti animali arsi vivi, senza possibilità di sfuggire alle fiamme: una fine atroce. Le nostre guardie zoofile, dopo la pubblicazione del provvedimento sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio, con i loro controlli sul campo s’impegneranno affinché il divieto sia rispettato e i trasgressori sanzionati».
Fido rompe le catene. La Regione Lazio vieta che i cani e tutti gli altri animali da compagnia siano tenuti legati in casa, in giardino, in cortile o sul balcone, con corde, catene o lacci. La norma è stata approvata mercoledì sera dai consiglieri della Pisana con un emendamento alle disposizioni collegate alla legge di stabilità regionale 2021. Lo rende noto l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), che lo chiedeva da molto tempo. «Finalmente la Regione Lazio ha vietato per legge la detenzione a catena dei cani e di tutti gli animali d’affezione. I trasgressori rischiano una sanzione fino a 2.500 euro».
Non solo cani. «Il Tempo» aveva raccontato la storia di un gatto tenuto dalla sua padrona legato con un guinzaglio sul balcone: il 3 agosto 2018, con un trasportino in una mano e un ordine di sequestro firmato dalla Procura nell’altra, i vigili e le guardie zoofile dell’Oipa avevano fatto irruzione in una palazzina di via Giuseppe Palombini, in zona Boccea. Obiettivo del blitz: liberare il micio prigioniero, notato dai vicini di casa in quello stato di costrizione.
D’ora in poi, il divieto introdotto andrà a modificare la legge regionale del Lazio n. 34 del 1997:«Tutela degli animali di affezione e prevenzione del randagismo». «Unica eccezione – specifica l’Oipa in una nota – è la possibilità di limitare la libertà degli animali per motivi di salute, come per esempio a seguito di un intervento chirurgico, condizione che dovrà essere certificata da un medico veterinario che attesti la diagnosi e la durata del trattamento. L’Oipa chiede da tempo l’introduzione divieto anche a livello nazionale». «Finalmente anche la Regione Lazio ha introdotto questo divieto, come già fatto da Campania, Veneto, Puglia, Umbria, Lombardia ed Emilia Romagna – commenta Rita Corboli, delegata Oipa di Roma – Quella dei cani legati a catena è una pratica crudele che, come abbiamo visto nei roghi di questa estate, ha causato la morte di molti animali arsi vivi, senza possibilità di sfuggire alle fiamme: una fine atroce. Le nostre guardie zoofile, dopo la pubblicazione del provvedimento sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio, con i loro controlli sul campo s’impegneranno affinché il divieto sia rispettato e i trasgressori sanzionati».
Sempre su proposta dell’Oipa, con lo stesso emendamento sono state introdotte anche altre importanti tutele per gli amici a 4 zampe: l’obbligo di autorizzazione sanitaria per gli allevamenti di qualunque tipo di animale, il divieto di vendita di cani non iscritti all’anagrafe canina (pena una sanzione fino a 1.500 euro) e il divieto di usare collari a strozzo.
06 Agosto 2021
(Fonte IL TEMPO | Attualità)