All’Istituto Europeo Oncologico verranno addestrati due cani per il riconoscimento dei malati di coronavirus asintomatici
Gli animali possono dare il loro contributo nella lotta alla diffusione della pandemia di coronavirus. L’Istituto Europeo Oncologico di Milano ha dato il via all’addestramento di cani da fiuto per riconoscere attraverso il loro olfatto meticoloso i contagiati asintomatici. L’iniziativa si chiama “Se ti fiuto ti aiuto” e nasce in collaborazione con l’Università Statale e Confindustria Cisambiente.
Da settembre i cuccioli si posizioneranno con i tutor davanti alle porte dello Ieo e avranno il compito di identificare le persone asintomatiche. Per l’addestramento saranno usati campioni di sudore di 100 soggetti positivi, 500 negativi e 100 vaccinati, prelevati su base volontaria. “L’uso di odori corporei emessi sotto forma di composti volatili (Vocs) è un filone importante della ricerca scientifica. Le malattie ne possono modificare i componenti e i cani, grazie al loro sistema olfattivo, hanno dimostrato la loro abilità di percepire Vocs specifici del cancro del polmone, annusando le urine”, ha dichiarato Roberto Gasparri della Divisione di Chirurgia Toracica Ieo.
“Ci sono due Malinois, che sono proprio razze da lavoro, ma c’è anche Helix che è un incrocio arrivato dal canile”, spiega la professoressa Mariangela Albertini del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Milano, come si legge sul sito dell’Ieo. “Il fiuto è sviluppato in tutte le razze, chi più chi meno, ma ciò che conta veramente è la voglia del cane di collaborare con il proprietario, per lui non deve essere un lavoro ma un gioco”.
Infatti, allo Ieo da tempo si punta sul miracoloso olfatto degli amici a 4 zampe nella lotta al cancro: da luglio 2020 vengono impiegati “cani medical detector” per fiutare la presenza di un tumore ai polmoni dalle urine dei pazienti, anche nella fase precoce della malattia. Lo studio è stato condotto dalla Divisione di Chirurgia Toracica Ieo, diretta dal professor Lorenzo Spaggiari in collaborazione con il gruppo della professoressa Albertini e i Medical Detection Dogs, ed è stato pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Breath Research.
di Redazione
30 Giugno 2021
(Fonte TGCOM24)