ECOLOGIA
Il presidente della Fondazione Bioparco: «Dobbiamo rispettare l’ecosistema». A causa del lockdown, per la penuria di cibo in strada, dimezzata la popolazione di gabbiani reali: «Sono andati altrove, è una lezione che dovremmo imparare»
Dovremmo essere contenti che i cinghiali rovistano nei cassonetti sotto casa?
«È colpa nostra! Il cinghiale starebbe meglio nel bosco al fresco, non sul caldo asfalto. Ma ha un olfatto eccezionale e da chilometri sente l’odore di leccornie a portata di muso».
«I nostri avanzi sono cibo di ottima qualità, dalle verdure alla carne c’è tutto quello serve a un onnivoro come lui».
Quindi li incontreremo sempre?
«Fino a quando il nostro malcostume produrrà queste condizioni. Se le strade fossero pulite e i cassonetti liberati subito dal pattume il cinghiale e gli altri animali resterebbero nelle aree verdi a mangiare quello che trovano lì. E comunque negli Usa hanno risolto».
Come?
«Hanno inventato cassonetti a prova di orsi e procioni, insieme alla pulizia assidua e costante, questa è la soluzione del problema».
Invece dell’abbattimento?
«Ogni anno in Italia da ottobre a gennaio vengono uccisi circa 1 milione e mezzo di ungulati; 100 mila, circa, solo nel Lazio. Credo sia sufficiente. La verità è che noi dovremmo imparare da quello che ci accade».
Cosa intende?
«Durante questi due anni di lockdown la popolazione di gabbiani romani si è dimezzata. Mancavano i turisti, le persone, con i ristoranti e i locali chiusi, i gabbiani hanno trovato meno cibo in strada. Quando c’è penuria di risorse la natura si adegua. Le coppie sono passate da fare 2,5 piccoli ciascuna a farne 1,5, oppure nessuno. Molte coppie sono andate altrove a riprodursi, quindi questa popolazione ora è più equilibrata. È una occasione per fare tesoro di questa ridimensionamento naturale. Ne saremo capaci?».
A chi lo chiede?
«A noi essere umani, perché la natura è perfetta. Per esempio i gabbiani reali se non trovano i nostri avanzi in strada non muoiono certo di fame: sono grandi cacciatori di topi e ratti. Noi viviamo all’interno di un sistema ecologico che dovremmo valorizzare anche a fini turistici».
In che modo?
«Roma è unica, è attraversata dal verde e circondata dal verde, in città abbiamo 150 specie diverse di animali tra uccelli, mammiferi, rettili, anfibi e pesci. Una biodiversità che racconta un tessuto ancora vitale, che molte megalopoli ci invidiano. Si potrebbero fare tour urbani con il binocolo a scoprire spettacoli pazzeschi accanto ai monumenti».
Quali?
«Per esempio la coppia di Casarche che ogni anno torna a deporre uova, a far nascere i piccoli sulla chiesa di Sant’Ignazio. È affezionata solo ai tetti del centro storico di Roma».