La ricorrenza istituita dall’Onu nel 1972 apre il Decennio delle Nazioni Unite per il ripristino dell’ecosistema: uno sforzo globale decennale per prevenire, fermare e invertire il degrado degli ambienti naturali
Ripristinare gli ecosistemi degradati dall’uomo. E’ questo il tema della Giornata Mondiale dell’Ambiente 2021. La ricorrenza, che, istituita dall’Onu nel 1972, si celebra ogni anno il 5 giugno, alza il sipario sul Decennio delle Nazioni Unite per il ripristino dell’ecosistema: uno sforzo globale decennale per prevenire, fermare e invertire il degrado degli ambienti naturali. “Un recente rapporto dell’Unep ha riscontrato che i benefici economici del ripristino sono sbalorditivi – si legge sul sito della Giornata -. Da oggi al 2030, il ripristino di 350 milioni di ettari di ecosistemi terrestri e acquatici degradati potrebbe generare 9 mila miliardi di dollari di servizi eco sistemici, e rimuovere fino a 26 miliardi di tonnellate di gas serra dall’atmosfera”.
Secondo l’Onu, il ripristino dell’ecosistema può aiutare a proteggere e migliorare i mezzi di sussistenza, combattere le malattie, ridurre il rischio di disastri naturali e contribuire al raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile al 2030. “I benefici economici sono dieci volte superiori alla spesa per gli investimenti, mentre non fare nulla è almeno tre volte più costoso che il ripristinare l’ecosistema”, si legge sempre sul sito della Giornata. I piani di ripresa dalla pandemia offrono un’opportunità unica per tracciare una nuova strada, conclude l’Onu, spostando gli investimenti verso una “economia del ripristino” che possa fornire milioni di posti di lavoro “verdi”.
“Ripristinare gli ecosistemi – afferma Gianluca Lattanzi, Presidente della Sezione Lombardia della Societa’ Italiana di Geologia Ambientale – risulta essere una risposta immediata alla nostra carente gestione del pianeta in molte tematiche, tra cui ritroviamo il degrado del suolo, l’inquinamento delle matrici ambientali, lo sfruttamento incontrollato delle risorse, la deforestazione, tutti gli impatti che le azioni antropiche generano verso gli ecosistemi e la natura in generale”.
“Mantenere gli ecosistemi sani, favorendone il loro recupero, rappresenta un punto fondamentale per il nostro pianeta e per la nostra presenza – aggiunge -. Dobbiamo ricordare che proprio attraverso i servizi eco sistemici l’uomo riceve benefici multipli dagli ecosistemi stessi. Basta pensare all’enorme contributo delle foreste che, oltre alla presenza di moltissime varietà di specie animali e vegetali, rappresentano dei polmoni di ossigeno, assorbono la CO2, rappresentano dei Sink di Carbonio, aiutano alla mitigazione Climatica ed alla regimazione delle acque”.
“La presenza di terreni non inquinati – prosegue – permette di avere piante e coltivazioni sane e di qualità, limitando l’utilizzo di nuovi territori ed il consumo di suolo. Così come risulta importante mantenere vive le Aree Umide che rappresentano grandi bacini di biodiversità animale e vegetale e contribuiscono al disinquinamento. Ad ogni livello, dal piccolo al grande dal pubblico al privato, è possibile effettuare tante azioni per fermare il degrado degli ecosistemi e favorendone il loro recupero”.
“È importante promuovere politiche rivolte all’importanza di tali tematiche e all’ambiente che ci circonda, rivolgendo impegni al ripristino di ciò che è stato deturpato e volgendo migliori soluzioni nella realizzazione dei nuovi progetti, dal piccolo alle grandi opere, applicando funzioni multi-obiettivo agli stessi ed interagendo positivamente con gli ecosistemi; il rispetto delle norme e pianificazioni territoriali accurate, il sostenere azioni di Sostenibilità (Ambientale, Economica, Sociale), rappresentano punti salienti e obiettivi da raggiungere”, conclude.