La triste storia del succhiamiele del reggente, l’uccello australiano che si estingue perché dimentica il suo “canto”

Si chiama Anthochaera phrygia (Succhiamiele del reggente), è una specie di uccello canoro classificato come in pericolo di estinzione e sta iniziando a perdere alcune delle sonorità che lo caratterizzano. A questa conclusione giunge uno studio, pubblicato sulla rivista Proceedings of the Royal Society B, condotto dagli scienziati del Difficult Bird Research Group presso l’Australian National University di Canberra, che hanno analizzato le caratteristiche della specie, un tempo abbondante nell’Australia sud-orientale e ora limitato a circa 300 esemplari a livello globale.

«Gli uccelli Anthochaera phrygia non hanno la possibilità di frequentare i propri simili –  afferma Ross Crates del Difficult Bird Research Group – per cui non imparano le melodie tipiche della specie». Il team sta cercando di preservare il canto degli uccelli insegnando agli Anthochaera phrygia in cattività i canti dei parenti selvatici tramite registrazioni. Lo studio era stato avviato inizialmente allo scopo di rintracciare gli esemplari della specie.

«Oggi questi animali sono davvero rari, e hanno il potenziale per abitare una zona estesa circa 10 volte l’area del Regno Unito – continua lo scienziato – stavamo cercando un ago in un pagliaio. Abbiamo notato che molti esemplari cantavano seguendo suoni molto diversi da quelli che ci aspettavamo, tanto che sembrava si trattasse di altre specie». Gli autori sottolineano che gli uccelli canori imparano le canzoni allo stesso modo con cui gli esseri umani imparano a parlare, tramite la socializzazione e l’esperienza con i propri simili.

«Gli Anthochaera phrygia hanno perso circa il 90 per cento del loro habitat – osserva il ricercatore – la popolazione è esigua e scarsamente distribuita, per cui i giovani maschi tendono a imparare i suoni di altre specie. Secondo le nostre stime il canto naturale del Anthochaera phrygia è scomparso nel 12 per cento della popolazione». Il gruppo di ricerca sta usando le registrazioni per insegnare agli esemplari in cattività i loro suoni.

«Il problema – commenta lo studioso – è che le femmine potrebbero non riconoscere la canzone ibrida della specie, imparata grazie ad altre specie, il che provocherebbe un forte calo degli accoppiamenti».

«Il canto è essenziale per la sopravvivenza e la prosperità degli animali in natura – conclude Crates – speriamo che le lezioni in cattività’ siano sufficienti per insegnare ai maschi più’ giovani come riprodurre i suoni caratteristici della specie. Dobbiamo preservare questi ecosistemi e queste realtà». 

Redazione

18 marzo 2021

(Fonte LA STAMPA| LaZampa.it – Altri animali)