RAGUSA. La «sentenza» è stata eseguita qualche giorno prima di Natale, venerdì 18 dicembre: tre mucche abbattute nel macello cittadino di Modica dopo una battaglia legale durata mesi. Mucche «d’affezione», non destinate dunque alla macellazione, che una signora modicana, Rosaria Ruta, teneva nella sua campagna da anni. Le denunce di alcuni vicini nella scorsa primavera avevano suscitato l’interesse dell’Asp di Ragusa che alla fine aveva deciso per il sequestro dei tre animali, in attesa che la situazione venisse chiarita. La donna aveva assicurato in tutti i modi che non si trattava di animali destinati alla macellazione, per i quali sono necessarie specifiche autorizzazioni sanitarie e controlli costanti. La Asp di Ragusa, dopo l’intervento di alcune associazioni animaliste, aveva quindi concordato che le tre mucche avrebbero potuto essere trasferite in un «rifugio» per animali d’affezione. Per questo, la Rete dei Santuari di Animali Liberi assieme al Comitato tutela diritti animali avevano individuato una struttura idonea in Campania. Mancava solo un tassello: l’autorizzazione dell’Azienda sanitaria del luogo di destinazione. Che però è stata negata. A quel punto, la sorte delle tre mucche, come legge prevede, era segnata e, infatti, l’Asp ha emesso l’ordinanza di abbattimento.
L’ultimo tentativo per salvarle è stato fatto nelle scorse settimane, quando le associazioni ambientaliste si sono rivolte al Tar di Catania visto che le mucche risultavano, dalle diverse analisi compiute, perfettamente sane e che il trasferimento in un rifugio avrebbe evitato qualunque rischio che potessero finire nella filiera della carne, ragione per la quale questa triste storia era cominciata.
Ma il Tar ha respinto la richiesta cautelare perché «il ricorso non appare assistito dal necessario fumus boni iuris», e «ritenuti insussistenti anche i profili del periculum in mora» come ha poi chiarito la stessa Asp di Ragusa in una nota affidata ad un proprio legale, nella quale si «ribadisce l’assoluta correttezza e legittimità sia del proprio operato sia dell’ordinanza di abbattimento dei tre bovini assunta ex lege a tutela di interessi pubblici».
Sui social è montata l’indignazione e anche l’Aida (Associazione iblea per i Diritti degli animali) che ha denunciato il caso, si è detta pronta a proseguire la battaglia legale «per rendere giustizia alle tre mucche». «I nostri sentimenti sono di sgomento e incredulità per quanto è successo – ha commentato sul sito dell’Aida, Sara d’Angelo, coordinatrice della Rete dei santuari di animali liberi -. Denunceremo questa ingiustizia. L’Asp di Ragusa aveva dichiarato che avrebbe sospeso l’ordinanza di abbattimento se fosse stato indicato un rifugio, che è stato trovato ed era pronto ad accoglierle. Nessun pericolo o rischio per la salute pubblica, quindi, avrebbero rappresentato le tre mucche, prelevate all’improvviso e immediatamente macellate». Secondo l’associazione, centinaia di mail di protesta sono state inviate «alle autorità pubbliche coinvolte».
di Fabio Albanese
29 dicembre 2020
(Fonte LA STAMPA | LaZampa.it)